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The Big Love: Life & Death With Bill Evans

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The Big Love: Life & Death with Bill Evans
Laurie Verchomin
144 pagine
ISBN: 1456563092
CreateSpace Independent Publishing Platform
2011

"I imagine a love full of pure acceptance—no judgement—no regrets—total integrity. This is the love Bill and I create for ourselves. Just being together is all it takes for us to experience this state of oneness. We are free to be ourselves—and the energy created by our presence becomes expressed for Bill through his compositions and for me in my writing. We are in love."

L'occasione della traduzione in francese pubblicata da Jazz & Cie a ottobre 2019 è particolarmente propizia per tornare a parlare di The Big Love: Life & Death With Bill Evans, il libro di Laurie Verchomin, ultima amante e musa ispiratrice di Bill Evans.

The Big Love, che speriamo di poter leggere presto anche in una versione tradotta in lingua italiana, ci restituisce un lato del tutto sconosciuto di uno dei pianisti più importanti della Storia della musica, entrato a far parte della Leggenda del jazz fin da quando era ancora in vita. Con tono intimo e personale, rifacendosi al genere letterario del diario segreto seppur mantenendo una fortissima libertà espressiva, la Verchomin mette a nudo tutte le fragilità, le insicurezze, le sofferenze ma anche la grandezza d'animo e la sensibilità di Evans.

Il libro, più che essere la biografia di Bill Evans, è la biografia di un amore: grazie a una prorompente limpidezza di sguardo, la Verchomin è capace di dipingere il ritratto di una figura complessa come Evans a partire dal sentimento autentico che nasce fra i due e attraverso cui l'autrice, allora ventiduenne, impara ad amare sé stessa e ad affermarsi in quanto donna e scrittrice (da qui l'emblematico utilizzo, nel titolo, della proposizione "with" invece di quel "of" che viene solitamente utilizzato nelle biografie): "There is no need to justify or measure this love, because it is perfect and renewable." In questo modo viene scardinata la stereotipica relazione fra musa e artista disfattista-narcisista che vede la figura femminile ridotta a mera comparsa destinata a soccombere. Al contrario, The Big Love dimostra quanto l'autrice abbia ricoperto un ruolo chiave negli ultimi mesi di vita del grande pianista: se abbiamo potuto godere fino all'ultimo momento della grazia e della profondità della musica di Bill Evans, lo dobbiamo soprattutto a Laurie Verchomin.

Il racconto si svolge dal 1967 al 1980, focalizzandosi soprattutto sugli ultimi diciotto mesi di vita di Bill Evans: è il tempo di Homecoming, dei tour estenuanti tra Stati Uniti ed Europa con Marc Johnson e Joe La Barbera e in particolare di We Will Meet Again, ultimo album in studio di Evans dedicato al fratello maggiore Harry suicidatosi agli inizi del 1979. Nata come infatuazione erotica (memorabili sono da questo punto di vista le pagine dedicate alla prima notte passata insieme dai due amanti: "His hands begin to explore my body. I am amazed by the sensitiveness of his touch. His intense desire to give me pleasure overrides my need to stay in control and I am surrendering to this experience of pure bliss. Waves of orgasm, travel through my body and exit through the sole of my feet. This is how he hooks me. I am insatiable after this first lovemaking session. At 22, I am like soft wax, waiting to be impressed, and Bill does impress me—with images that will last as a lifetime"), il grande amore sboccia proprio nel momento in cui Bill confida a Laurie le sue impressioni riguardo la morte del fratello Harry, un evento che segnerà profondamente gli ultimi mesi di vita del grande pianista. Siamo infatti nel periodo in cui Evans si "rende conto della tragedia dell'esistenza" e ha sviluppato "una certa calma e accettazione intorno all'idea della morte," sprofondato com'è in un vortice di autodistruzione dovuto soprattutto all'abuso di cocaina.

Anche il tema della droga è naturalmente presente, come in tutte le biografie e nei romanzi dedicati ai grandi protagonisti del jazz di quegli anni. È significativo infatti che la cocaina leghi i due momenti chiave di questa storia d'amore. Il primo momento coincide con il primo incontro fra i due protagonisti nell'aprile del 1979, quando, dopo una performance live del Bill Evans Trio al Mayflower Restaurant, una sorta di "chiesa/discoteca/ristorante cinese" in cui Laurie faceva da volontaria per la Railtown Jazz Society, Bill le si avvicina con l'intento di chiederle aiuto a procurarsi una dose. Il secondo momento accade nell'ultimo giorno di vita di Bill, il 15 settembre del 1980, e vede Laurie, ancora sotto shock per via della morte del compagno avvenuta poche ore prima, ritrovare delle tracce di polvere bianca avvolta in una carta di giornale nella tasca della giacca che Bill indossava quel giorno. Il tema della droga è tuttavia sviluppato dall'autrice con una certa inevitabilità di fondo che in qualche modo ne mette in discussione la stessa centralità: la cocaina è solo un mezzo per raggiungere quell'autodistruzione che per Bill Evans era una conseguenza ineluttabile del vivere intensamente grazie alla possibilità quasi divina di creazione rappresentata dalla musica.

Sì, perchè, in conclusione, The Big Love è anche e soprattutto un libro sulla musica, quella intensa, piena di grazia ed eterna, di Bill Evans. Chi si immergerà nelle pagine dedicate alle descrizioni musicali, le troverà indimenticabili: "We arrive at the Hollywood Bowl for the concert and Bill immediately lies down in the green room. He has me bring Joe and Marc in and explains to them that he's not sure if he can play, but he will try. When the time comes for him to hit, he gets up and shuffles out on stage to play one of the most powerful shows I've ever witnessed. Sitting in the stands with Tom and Sally, I am awed by the enormity of Bill's playing, his ability to fill the expanse of the amphitheatre with sheer energy. After, he said it was the music playing him."

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