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Testimoni del '68: Mike Westbrook
ByNon sono un esperto, ma non penso che il movimento studentesco inglese fosse particolarmente legato a quello operaio da una parte né con le avanguardie culturali dall'altra.
La nostra esperienza fu molto diversa specialmente in Francia e in Italia, quando a metà degli anni Settanta ci esibimmo con la formazione degli Henry Cow ai raduni della sinistra, con gli studenti che promuovevano concerti e festival. Tenemmo due concerti in Inghilterra: alla Round House, organizzato dal Partito Comunista e al Morning Star, ma nel complesso il tentativo di portare il jazz e la musica contemporanea alla causa del cambiamento politico non fu così efficace come in altri Paesi.
Dai primi anni Sessanta il jazz moderno ebbe un buon seguito nelle Università. E per un po' la nuova musica sembrò essere in sintonia con le aspirazioni culturali e politiche degli studenti. La mia band si esibì spesso nei College. Il jazz grazie alla sua storia, alla sua internazionalità e al suo impegno per la libertà dell'individuo nella comunità, ben si presta ad essere l'arte del cambiamento sociale e politico. Però il vero jazz richiede libertà creativa, che quindi va contro qualunque tipo di ortodossia. È una forma d'arte sofisticata ed esigente. Il Rock, con la sua semplicità, diventò quindi l'espressione musicale preferita dalla generazione degli anni Sessanta in questo Paese.
Ci fu comunque una generale apertura, sia culturale sia sociale, che continuò negli anni Settanta, e anche il jazz ne beneficiò. Esibizioni con il gruppo multimediale The Cosmic Circus sia nei College sia fuori continuarono per tutta la prima metà degli anni Settanta. Con la Brass Band partecipammo a raduni politici, a performance d'arte, a festival d'arte alternativi (come ad esempio quello che si tenne a Bath), al Tribune Rally, e persino al Rote Leider Festival a Berlino Est. Sembrava che i circoli della Sinistra Europea volessero abbracciare l'avanguardia per costruire insieme una nuova società. E tracce di quell'idealismo, di quella cultura alternativa, underground, si ritrovano ancora in giro per l'Europa. Ma molto poco in Gran Bretagna. E si notava.
In tutta Europa non appena una città virava politicamente a destra, le sponsorizzazioni dei festival jazz e degli eventi d'arte contemporanea sparivano all'istante.
Traduzione di Stefano Commodaro.
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