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Taking Woodstock di Eliot Tiber
di Elliot Tiber
RCS Libri
Elliot Tiber è uno sceneggiatore/scrittore Americano che ha già avuto grande successo con un romanzo intitolato Rue Haute (uscito nel 1977) e ha finalmente deciso di raccontare come, quasi involontariamente, si trovò 40 anni fa a decidere il destino del festival che ha cambiato la storia della musica.
Il festival era quello di Woodstock e il periodo era quello dell'estate del 1969. Elliot si trovava a White Lake, piccolo centro delle Catskill Mountain, due ore di macchina a nord-ovest di New York City, città nella quale Tiber era nato trentaquattro anni prima. La sua famiglia ebrea, con la madre brontolona di origine russa e il padre indefesso lavoratore come catramista dei tetti della città, abitava nel quartiere Bensonhurst, a Brooklyn.
Con una decisione bizzarra la famiglia decise di acquistare nel 1955 un motel scalcagnato a White Lake e cercò di farlo funzionare. Elliot, omosessuale non ancora ufficialmente dichiarato ma già abbondantemente praticante, lavorava con buon successo come designer a Manhattan, ma decise di dare una mano al padre e alla madre che stavano trovando grandi difficoltà nella gestione del motel. Impresa praticamente impossibile, vista la stagnazione, da un punto di vista turistico, di quella zona, in quell'epoca.
Dopo varie peripezie il giovane Elliott si trovò nell'estate del 1969 ad avere nel cassetto un permesso per organizzare un piccolissimo festival artistico che già aveva messo assieme con mezzi di fortuna anche negli anni precedenti. Venne a sapere che gli organizzatori del festival di Woodstock (che in realtà si doveva tenere a Walkill, 50 chilometri a sud di Woodstock) si erano visti negare il permesso di organizzare il festival dalle autorità locali.
A questo punto, un paio di mesi prima della data che era stata fissata per l'inizio del festival (15-17 agosto del 1969), Tiber telefonò alla Woodstock Ventures e riuscì a convincerli che il festival si poteva tenere dalle parti di White Lake, settantacinque chilometri a sud-ovest di Woodstock. All'inizio cercò di convincere Michael Lang e i suoi tecnici a prendere in affitto il terreno paludoso che circondava il suo infimo Motel El Monaco. Poi, vista l'impossibilità pratica di poter organizzare il festival in quel luogo improponibile, li aiutò a trovare la location definitiva nel vicino paesino di Bethel, nelle verdi vallate che circondavano la fattoria di Max Yasgur, uno dei pochi abitanti della zona che si trovava ad avere buoni rapporti con Tiber e con il suo mini festival artistico.
Il libro racconta in maniera piacevole e un po' disordinata queste vicende, lasciando solo la parte finale a festival vero e proprio. Festival che fra l'altro Tiber non ebbe occasione di vedere coi propri occhi, visto che dopo aver fatto una capatina nei giorni precedenti all'inizio del festival stesso, se ne tornò al Motel che era strapieno di clienti, essendo stato affittato per un paio di mesi da Michael Lang, per la sua troupe impegnata ad organizzare il festival.
Insomma questo libro, dal quale è stato tratto il bel film di Ang Lee, è più la storia di Elliot Tiber e delle sue peripezie nel mondo degli affari, dell'arte e dell'amore, piuttosto che la storia del festival di Woodstock. Però Tiber può affermare con orgoglio che se non fosse stato per la sua cocciutaggine il festival più famoso della storia non sarebbe (forse) mai avvenuto. Che la sculettante regina lo abbia in gloria.
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