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Results for "Alberto Bazzurro"
Olavi Trio: Oh, la vie!
by Alberto Bazzurro
Trio finnico dalle geometrie ben oliate, oltre che alquanto originali, Olavi gioca molto sulla parola (scritta), oltre che sulla musica (ovviamente suonata), come appare evidente dal titolo di questo suo secondo lavoro, mentre un altro elemento che colpisce è il fatto che il trio riunisca musicisti appartenenti a tre diverse generazioni, separati quasi esattamente da vent'anni ...
La filosofia di Han Bennink
by Alberto Bazzurro
La filosofia di Han Bennink (L'improvvisazione secondo un batterista) Raul Catalano 104 Pagine Mimesis La pubblicistica in volume relativa ad Han Bennink è alquanto sparuta, ancor più in lingua italiana, per cui--diciamolo francamente--a voler bucare questa cortina di silenzio si poteva fare senz'altro di più. Il lavoro di Catalano, batterista-filosofo ...
David Krakauer: The Big Picture
by Alberto Bazzurro
Il tema di questo album, come il titolo fa intendere, è la musica da film. Il materiale, ovviamente rimodulato in stile-Krakauer, proviene, in ordine di apparizione, da Cabaret di Bob Fosse (musica di John Kander), ovviamente La vita è bella di Benigni (e Piovani), Midnight in Paris, Radio Days e Amore e guerra di Woody Allen ...
Eden McAdam-Somer: My First Love Story
by Alberto Bazzurro
La texana (ma bostoniana di adozione) Eden McAdam-Somer è artista decisamente vulcanica: strumentista eccelsa, abile cantante, originale autrice, sempre un po' in bilico fra tradizione folk (decisamente più britannica, celtica, che americana, se non a macchia di leopardo) e classica. In questa sua recente fatica discografica, ogni tassello del mosaico si ricollega unicamente alla sua persona, ...
Ochion Jewell Quartet: Volk
by Alberto Bazzurro
Volk, in tedesco popolo, come tutti sappiamo. Il fatto è che i popoli rappresentati in questo album sono diversi (e nessuno ha a che fare con la Germania): Appalachi per il leader del quartetto, il sassofonista Ochion Jewell, marocchino per il pianista Amino Belyamani, iraniano per il bassista Sam Minaie, pakistano per il batterista Qasim Naqvi, ...
Steve Olson: The Ruthless Shapes of Paradise
by Alberto Bazzurro
Dopo un album di duetti con partner diversi (Conversations, 2014), Steve Olson approda a questa che è la sua opera seconda optando invece per un organico fisso per tutto il disco, un trio entro le cui maglie la sua musica pudica, rattenuta, si muove seguendo la prassi della composizione istantanea, alias improvvisazione totale. ...
Wadada Leo Smith, John Lindberg: Celestial Weather
by Alberto Bazzurro
Entrambi colonne dell'avanguardia jazzistica, sia pure con tempi, ruoli e modalità differenti, Wadada Leo Smith e John Lindberg dialogano in questo notevole album, la cui incisione risale al giugno 2012, dando da subito l'impressione di intendersi ottimamente. La suite che apre il disco (e che si deve al trombettista, come del resto la ...
Simon Rose, Stefan Schultze: The Ten Thousand Things
by Alberto Bazzurro
Il sassofonista londinese Simon Rose e il pianista tedesco (di Colonia) Stefan Schultze praticano un'improvvisazione ispida, anticonsolatoria per eccellenza, attraversata da un minimalismo qua e là fin troppo insistito, estenuato, con l'inevitabile conseguenza che il margine di comunicabilità con l'esterno (ascoltatore in primis) si stringe pericolosamente. È--lo diciamo subito, senza mezzi termini--il tipo d'improvvisazione (più o ...
Il fascino sostenibile della leggerezza #2
by Alberto Bazzurro
In poche parole ci riproviamo: a tagliare una seconda volta in orizzontale, grosso modo a distanza di un semestre, una fetta di produzione discografica, a conti fatti dischi arrivati nell'ultimo paio di mesi (ma in due o tre casi usciti in precedenza), per soppesare quanto il titolo di quel primo sopralluogo" (a tesi) (clicca qui per ...
Rob Reddy: Bechet: Our Contemporary
by Alberto Bazzurro
Omaggiando Bechet ma attraverso una lente in più frangenti memore della lezione mingusiana, oltre che attenta a esperienze decisamente più contemporanee, attorniato da un organico di primo piano, il quarantanovenne sopranista, compositore (suo metà del materiale tematico del disco) e arrangiatore (tutto il resto, ovviamente griffato Bechet) newyorchese Rob Reddy firma un lavoro capace di emanciparsi ...




