Home » Articoli » Live Review » Stefano Bollani Sheik Yer Zappa - Roma

Stefano Bollani Sheik Yer Zappa - Roma

By

View read count
Parco della Musica - Roma - 26.03.2011

Un lungo applauso precede il secondo bis, che vedrà un'introduzione in piano solo di Bollani, intento a passeggiare con frenesia e curiosità tra le partiture zappiane, come un bambino tra le giostre del Luna Park, in un'orgia di taglia/incolla dalla quale sgorgano sensazioni che a metterle insieme viene in mente un arcobaleno con i colori triplicati.

Siamo al Parco della Musica di Roma, nel mezzo del tour intitolato "Sheik Yer Zappa," nel quale il pianista milanese - insieme a una formazione clamorosa composta da Josh Roseman (trombone), Jason Adasiewicz (vibrafono), Larry Grenadier (contrabbasso) e Jim Black (batteria) - omaggia la musica del genio di Baltimora.

Bollani e Zappa dunque. Diversi i punti di contatto. A cominciare dalle straordinarie qualità tecniche, messe a reagire con il resto della band, senza mai invadere troppo la scena e senza prendere mai atteggiamenti di posa. Bollani si divide tra pianoforte e piano elettrico, suonandoli spesso insieme, proprio per dare un'ampiezza timbrica e un mood dal sapore particolare alle sue rivisitazioni, nelle quali il quintetto riesce a tirare fuori un suono originale, proprio.

Bollani, Zappa e la loro serissima voglia di divertirsi. Senza mai eccedere. Il pianista, seppur limitandosi nelle sue proverbiali gag, strappa sorrisi fragorosi. Ma sa divertire anche - e soprattutto - in musica, a cominciare dall'utilizzo di strumenti giocattolo, dalle allusioni giocose, agli atteggiamenti volutamente fuori luogo. Questo modo di porsi si riflette sulla band. I ragazzi suonano con il sorriso sotto i baffi, accettano costantemente l'invito verso direzioni trasversali e le due ore di concerto corrono via senza momenti di flessione, conoscendo i momenti migliori in "Bobby Brown Goes Down," con Bollani alla voce, e in alcuni estratti da Hot Rats, una delle tante vette raggiunte da Zappa.

Tra Stefano e Frank corre un filo invisibile dove è appesa la loro voglia di dissacrare, l'irriverenza garbata, l'entusiasmo nel suonare a volte straripante, il senso di gruppo e della musica dal respiro d'insieme. Degli originali rimangono i tratti salienti, quanto basta per renderli riconoscibili, il resto è pura e semplice fantasia visionaria applicata con precisione.

Foto, di repertorio, di Gianfranco Rota (la seconda).

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Read SFJAZZ Spring Concerts
Read Bob Schlesinger at Dazzle
Read Jazz em Agosto 2025
Read Sunday Best: A Netflix Documentary
Read Vivian Buczek at Ladies' Jazz Festival
Read Deconstructing Free Jazz
Read Patricia Barber Trio at Ladies' Jazz Festival

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.