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Soresina JazzFest 2013

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Vi è a Soresina, piccola cittadina nella campagna cremonese, un'associazione di appassionati jazzofili dal nome evocativo di Whitebird, in grado di convogliare passione, risorse e collaborazioni con istituzioni del territorio verso eventi non di rado di notevole spessore artistico, come è il caso dell'edizione 2013 del Soresina JazzFest, curata da Lorenza Cattadori. All'interno di questa rassegna, che accosta sapientemente acclamati protagonisti e giovani leve dal brillante futuro, abbiamo seguito le esibizioni del Claudio Fasoli Four e del Sabattini/Sarnecki New York Quintet.

Di Claudio Fasoli sorprende sempre - si fa per dire, la sua storia artistica e umana è li a testimoniarlo - la tensione verso la scoperta continua, la ricerca della bellezza e della compiutezza della forma all'interno dei canoni jazzistici ma con uno spirito che potremmo definire borderline, lontano dai cliché e aperto a sollecitazioni stilistiche diverse. Nel presentare in anteprima i brani del prossimo CD, si è così potuto apprezzare un sapiente gioco di contrasti dinamici e timbrici, una riuscita miscela di moods e di combinazioni ritmiche grazie ad uno stimolante uso dell'elettronica del batterista Gianni Bertoncini, alla chitarra camaleontica di Michele Calgaro e al contrabbasso fantasioso di Lorenzo Calgaro. E a marchiare a fuoco una musica elegante e sofisticata nella sua concezione ma dalla forte carica emotiva, il suono unico, in perenne tensione creativa, dei sassofoni del leader, alternatosi con maestria tra sax tenore e sax soprano.

Cambio deciso di coordinate geografiche e stilistiche con il Matteo Sabattini/Rafal Sarnecki Quintet. Siamo infatti dalle parti di un modern jazz saldamente ancorato alla miglior tradizione mainstream ma influenzato dalle vibrazioni, dalle sollecitazioni, dalle frenesie di una metropoli unica quale New York oltre che filtrato dall'ottica di musicisti giovani e curiosi. Il sassofonista bolognese - trascinante e di grande intensità espressiva il duetto con il batterista Jerad Lipp sulle complicate progressioni di "Giant Steps" - ed il chitarrista di origine polacca - raffinato nelle armonizzazioni, intenso ed originale nelle sortite solistiche - hanno guidato con piglio sicuro l'esibizione dell'ensemble. Che ha alternato momenti di trascinante energia ad altri di maggior rilassatezza esecutiva sempre nell'ottica di un'equilibrata organizzazione sonora. A completare un quintetto interessante il contrabbassista Devin Starks e il talentuoso pianista ucraino Alex Pryrodny.

Foto di Danilo Codazzi (la seconda) e Mino Boiocchi (la prima).

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