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Michael Dessen: Somewhere In The Upstream
ByCon Somewhere in the Upstream siamo dunque alla quarta tappa del viaggio: un percorso che mostra di essersi ben modellato sulla versatile personalità del leader, rivolta sia all'improvvisazione che alle sperimentazioni su varie modalità compositive, sia al suono acustico che all'uso dell'elettronica. Tra le sue esperienze significative, spicca quella inaugurata dal Virtual Tour 2013, condotta in quell'occasione insieme a Mark Dresser, che fa interagire musicisti da sedi lontane, utilizzando il collegamento telematico per produrre relazioni e reazioni immediate tra gli improvvisatori coinvolti.
L'ampiezza dell'orizzonte musicale di Dessen traspare anche dai nomi dei musicisti che gli sono stati maestri nel corso della sua formazione: George Lewis, Anthony Davis, Yusef Lateef. Proprio la figura di quest'ultimo, la cui personalità complessa e ricca di sfumature è refrattaria a ogni classificazione, compare come fonte di ispirazione di questo Somewhere in the Upstream: «Da qualche parte a monte». Lo stesso Dessen dichiara di non essersi ispirato direttamente alla musica di Lateef in questo lavoro, ma di aver sentito la sua personalità emergere durante la sua realizzazione, di aver ricordato il suo insegnamento durante il periodo di mezzo degli anni Novanta: «Le conversazioni durante i due anni degli studi di composizione con Lateef hanno spesso spaziato molto oltre gli aspetti tecnici della musica (...); hanno modellato una pratica di empatia che non riesco a esprimere adeguatamente con le parole».
La musica di questo CD è suddivisa dalle tracce in otto parti, dal semplice titolo di «Part 1», «Part 2» e così via. Ma in realtà non c'è soluzione di continuità tra le singole tracce: al contrario, ingredienti che emergono verso la fine di ogni parte preludono all'episodio successivo. Così l'elettronica si inserisce verso la fine della prima parte, per poi impregnare la seconda; una timbrica multifonica rappresenta la connessione tra le due parti successive; la percussione spigolosa, tesa e geometrica della batteria di Dan Weiss compare nel quinto episodio per impregnare poi buona parte del successivo.
Mentre le singole parti sono a tal modo connesse, ogni episodio trova al proprio interno la scansione in momenti diversi, in cui possono cambiare le relazioni d'insieme, il ritmo e il metro, la tavolozza timbrica. Si potrebbe dire che si tratti dunque di una vera e propria suite, condotta in modo che improvvisazione e parti scritte trovino reciproco stimolo e dosaggio. Una forma per certi versi esposta al rischio della dispersione, ma che i protagonisti affrontano con assoluta convinzione e versatilità creativa.
Tra gli altri ingredienti, il blues rappresenta un elemento che torna spesso e impregna certe parti: nelle inflessioni, nei motivi melodici, nel clima creato dal trombone di Dessen. Lo si percepisce in modo chiaro nel brano d'esordio, nella «Part 4» e nella 8. Queste ultime segnano senz'altro alcuni dei momenti più intensi del CD, dove le relazioni tra gli strumenti si fanno strette e incalzanti, con il forte contributo del contrabbasso di Chris Tordini, che tra le altre finezze si ritaglia nella parte quarta un significativo intervento di spiccata personalità e intelligenza timbrica.
Track Listing
Part 1 thru Part 8.
Personnel
Michael Dessen
tromboneMichael Dessen: trombone & computer; Christopher Tordini: double bass; Dan Weiss: drums.
Album information
Title: Somewhere In The Upstream | Year Released: 2018 | Record Label: Clean Feed Records
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About Michael Dessen
Instrument: Trombone
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