Home » Articoli » Film Review » Soft Machine - Alive in Paris 1970 (DVD)

1

Soft Machine - Alive in Paris 1970 (DVD)

By

View read count
Soft Machine

Alive in Paris 1970

Voiceprint

(2008)

Valutazione: 5 stelle

Da tempo si favoleggiava di questo video dei Soft Machine registrato a Parigi ai primi di marzo del 1970 nella formazione in quintetto che per ora, escludendo recenti album dal vivo semi-ufficiali, aveva dato splendida prova di se' solo nel primo brano del mitico album Third. La vicenda è ben nota: nell'autunno del 1969 la formazione storica dei Soft Machine (Ratledge, Wyatt, Hopper) aveva deciso di aggiungere una sezione di fiati composta da 4 musicisti e il trio era diventato un settetto. Questa formazione allargata era durata pochissime settimane. Infatti due dei musicisti aggiunti (il trombettista Marc Charig e il trombonista Nick Evans) avevano deciso di non proseguire l'avventura e solo i saxofonisti Elton Dean e Lyn Dobson erano rimasti a bordo. Dopo pochi mesi anche Dobson aveva deciso di scendere dalla 'Morbida Macchina' e il gruppo aveva raggiunto una definitiva consacrazione in quartetto. In questo concerto parigino, organizzato dalla televisione francese, Dobson è ancora presente, anche se questa esibizione costituisce una delle ultime occasioni nelle quali lo si è visto all'opera al fianco di Elton Dean.

Diciamo subito che questa ora di performance sul palco del Theatre de la Musique è una delle cose più belle che i Soft Machine ci hanno lasciato: il gruppo è in grandissima forma, la musica è meravigliosamente irrituale, i temi migliori della loro produzione si rincorrono nella insolita versione a due fiati che ci regala mille altre trappole concettuali, oltre a quelle ormai abituali per gli appassionati. Le riprese video sono molto buone, a colori, con scelte registiche molto interessanti. La presa di suono è ottima e i due sax intrecciano le loro timbriche un po' forzate dai microfoni a contatto che si usavano allora che come per magia rendono ancora più fascinoso il loro incedere, anche se per molti puristi questa affermazione può sembrare una vera e propia eresia. Gli stessi Dean e Dobson hanno dichiarato in interviste successive che quella forma un po' arcaica di presa del suono non raccoglieva il loro consenso, eppure il suono nasale del soprano di Dobson e quello spiritato dell'alto e del saxello di Dean sono passati alla storia proprio in questa incarnazione 'imperfetta' ma piena di espressività, metallica, anomala e lisergica come non mai. Evviva l'imperfezione, dunque.

Mike Ratledge è assolutamente padrone della situazione, con le sue scorribande fluide al piano elettrico e all'organo. Capace di comandare a dovere l'ensemble nel trip psichedelico che ci troviamo ad ascoltare. Sicuramente influenzato da Terry Riley, ma allo stesso tempo assolutamente originale e concreto, il vero 'professore' alla guida della formazione inglese che ha meglio rappresentato nel mondo il Canterbury Sound. Hugh Hopper è il centro ritmico perfetto. I suoi riff sono apparentemente semplici eppure se si spostasse solo una nota la costruzione rischierebbe di collassare. Anche perché Robert Wyatt è un batterista decisamente sui generis. Capace di trasformare le sue chiare carenze tecniche in punti di forza. Capace di inventare ritmi impensabili per un comune mortale, capace di rivoltare una frase in dieci maniere diverse. Ma allo stesso tempo bisognoso di ritrovare ogni tanto la centralità della scansione. Operazione che gli riesce sempre perfettamente grazie al pulsare preciso di Hopper.

I due fiati vanno a nozze sul tappeto multicolorato fornito dalle tastiere, dal basso e dalla batteria e Dobson in particolare si mette in evidenza per alcune scorribande al flauto, all'armonica e anche utilizzando la sua voce come una estensione strumentale della sua verve creativa. Ovviamente anche Wyatt non si lascia scappare l'occasione per una bella dimostrazione di come la sua voce possa essere un veicolo perfetto per l'improvvisazione, in questo caso in chiave più minimalista che non dadaista. Elton Dean è già l'anima perversa della formazione, con le sue scorribande verso scenari che ricordano le scale a rovescio di Escher e i paesaggi incantati dei maestri fiamminghi.

Non possiamo non ringraziare il lungimirante produttore Maurice Dumay e la televisione francese per essere stata così coraggiosa nel 1970, riservando a questo concerto addirittura la puntata inaugurale di un programma denominato "Pop 2" e una successiva puntata che presentava il materiale rimasto fuori dalla prima trasmissione. Un applauso anche alla Voiceprint per essere riuscita a sdoganare finalmente queste riprese. Documento assolutamente imperdibile per chi vuole capire come il rock e il jazz possano trovare un punto di incontro pieno di fascino che ne esalta le peculiarità senza perdere di vista i valori essenziali delle loro rispettive storie.

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Jazz article: Sunday Best: A Netflix Documentary
Jazz article: The Session Man: Nicky Hopkins
Jazz article: Marley: Collector's Edition (2DVD)
Jazz article: Bob Dylan: A Complete Unknown

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.