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Craig Taborn: Shadow Plays

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Craig Taborn: Shadow Plays
La duttilità stilistica, la capacità di costruire improvvisazione con logica ad ampio respiro, la tenace attitudine esplorativa, la tecnica sopraffina fanno di Craig Taborn una figura di spicco della musica contemporanea. Lo conferma questa nuova prova in piano solo, pubblicata da ECM a dieci anni di distanza dal precedente Avenging Angel, sempre stampato dall'etichetta di Monaco, che fu la prima pubblicazione di un suo lavoro in solitudine: un disco memorabile, la cui ricchezza continua a stimolare tuttora l'ascolto.

Un anno dopo la pubblicazione di Compass Confusion, del suo quintetto Junk Magic, Taborn passa da quel seducente gioco metafisico intriso di fisicità, di connessioni tra suoni acustici ed elettronici, al nuovo scandaglio di percorsi con il pianoforte solo.

Ci troviamo qui davanti a un documento che rappresenta la degna prosecuzione del primo disco in solo. Taborn opera sulle densità e sulle forme con la stessa freschezza di ispirazione e con la stessa lucidità costruttiva di allora, ponendo un tassello che sembra arrivare immediato, senza soluzione di continuità temporale. Si tratta di un concerto registrato alla Wiener Konzerthaus nel marzo del 2020, basato totalmente sull'improvvisazione. Ma proprio a partire da questo aspetto, chi conosce bene Taborn sa che i sette brani attraverso i quali si dipanano i settantasei minuti abbondanti di musica non sono un vagabondaggio sostenuto solo da tecnica impeccabile e vanità virtuosistica.

Ogni brano salpa da un'idea, sulla quale altri percorsi si innestano con spontaneità, ma pure con marcato senso della composizione in tempo reale, un senso che, come abbiamo accennato, ha la capacità di svilupparsi secondo un periodare ad ampie campiture, dove ogni digressione, ogni ramificazione, ogni stimolo si colloca dentro una mappa di logica ampia e impeccabile. E parlare di mappa sarebbe un tantino riduttivo: si potrebbe parlare di plastico, vista la tridimensionalità a incastri volumetrici del pensiero di Taborn, spesso irriverente ma sempre coerente. Un gioco di pesi e di sottili contrasti dinamici, ritmici, timbrici, melodici, che si intrecciano in un tessuto talvolta fitto, talvolta allentato e trasparente nella sua filigrana.

Ogni brano parte da un'idea, si diceva. Il primo, "Bird Templars," si apre con un ostinato su due note alte della tastiera, che già nel loro scandire sospeso, leggermente instabile, delineano un carattere. Il motivo si interseca con un disegno grave, si trasforma poi in alternanza tra nota singola e accordo, in seguito diventa un trillo. Un dialogo fitto su tutta la tastiera, una narrazione percorsa anche da silenzi, in un tragitto lungo diciassette minuti. "Discordia Concors" sposta il clima su toni orchestrali, di evocazione ellingtoniana, con pennellate impressionistiche ed episodi di febbrile articolazione melodica. Si passa all'andamento più boppistico con "Cospiracy of Things," dall'ostinato che richiama la spericolatezza di Bud Powell, passando poi attraverso deragliamenti free e interludi ariosi. "Concordia Discors" si sviluppa su un'atmosfera di ballad, densa comunque di frammentazioni ritmiche e melodiche, di giochi acrobatici, di equilibri instabili.

Procede così l'itinerario in un rigoglioso giardino delle meraviglie, fino al conclusivo "Now in Hope," che dopo l'ipnotico "A Code with Spell" e il lunghissimo, sontuoso "Shadow Play," torna su atmosfere colloquiali, con un tema molto bello e suggestivi inserti free, simbolisti/espressionisti, di nuovo in grado di lasciare l'ascoltatore ammaliato. Tra un ascolto e l'altro, tra gli stupori e le continue scoperte, resta un solo rimpianto: non essere stati presenti fisicamente a Vienna, a quel concerto straordinario.

Album della settimana.

Track Listing

Bird Templars; Discordia Concors; Conspiracy Of Things; Concordia Discors; A Code With Spells; Shadow Play; Now In Hope.

Personnel

Album information

Title: Shadow Plays | Year Released: 2021 | Record Label: ECM Records

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