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Matteo Bortone: No Land's

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Matteo Bortone: No Land's
Nel periodo di formazione a Parigi, coronato tra l'altro dal Master in Jazz e Musiche improvvisate nel 2011, Matteo Bortone ha allacciato salde relazioni con alcuni giovani musicisti francesi, ancora oggi importanti per i suoi principali lavori. Il sestetto protagonista di questo No Land's è l'ampliamento del notevole quartetto Travelers, con il quale il contrabbassista aveva pubblicato due CD, nel 2013 e 2015, dove accanto al chitarrista Francesco Diodati figuravano i musicisti transalpini Antonin-Tri Hoang e Ariel Tessier. Ora, allo stesso nucleo si aggiungono il sax tenore e il clarinetto di Julien Pontvianne, e le tastiere di Yannick Lestra.

Un'operazione commissionata e battezzata dai festival Novara Jazz e Südtirol Jazz Alto Adige nel 2019, il cui risultato è un addensamento timbrico e un'articolazione che realizza in modo compiuto ciò che Bortone aveva già fatto con risultati eccellenti nei due capitoli di Travelers: gestire e accostare in modo coerente la varietà di motivi musicali alla base dei suoi interessi e delle sue ispirazioni. Una vena artistica ampia, che trae linfa dal jazz più avanzato della contemporaneità, ma pure dalle forme melodiche più raffinate del pop, dal rock progressivo, dall'elettronica. Il tutto arricchito e alimentato da chiarezza di idee originali, da intuizioni elaborate con raffinato istinto.

Nel nuovo organico notiamo il raddoppio, per certi aspetti speculare, degli strumenti: i due sax su un versante, chitarra e tastiere su un altro, con i relativi mescolamenti che passano dall'unisono a varie modalità di intreccio. Ciò dà luogo a molteplici combinazioni timbriche e piani prospettici, al rimpallo di motivi e stimoli, alla costante metamorfosi dei brani. Anche dal punto di vista narrativo, si scorre dal groove solido e passionale di titoli come "Dougie Jones" e "Future/Past" alla dilatata, incantata campitura di "Delta" (che apre il CD con un coraggioso pianissimo) e "In Aliore Loco," unico brano non di Bortone, dovuto alla penna felice di Pontvianne. Il climax di "Dumps," scandito dal ritmo lento, impassibile della batteria e magistralmente condotto dalla chitarra di Diodati, richiama i primi Pink Floyd. "Screens" sembra invece partire da un'idea minimalista, per ribaltarne la consueta base concettuale.

La sottile precisione degli impasti di clarinetto, tastiera Rhodes e chitarra contrassegna "Shapeshifter," mentre "A Spectral Fairytale" gioca ancora con il progressive-rock, tra sovrapposizioni metriche e irruzioni lisergiche. "Ichi Go Ichi E," concetto giapponese che esprime una gradazione orientale del latino "carpe diem," dà il titolo a un brano che sembra volersi immergere in un clima vicino alla storica, poliedrica atmosfera di Canterbury negli anni Sessanta e Settanta, in particolare per l'intervento di Lestra al Rhodes. Si torna invece al riferimento psichedelico dei primi Floyd nel conclusivo "Volverse Lugar," messo in evidenza dall'intervento vocale di Bortone.

Tale varietà di contenuti è magistralmente interpretata dai musicisti e gestita con lucido senso costruttivo dal leader, il cui contrabbasso e basso elettrico, rinforzati dalla presenza insinuante del glockenspiel e dall'elettronica, rappresentano l'autentico timone di un viaggio ricco di avventura.

Track Listing

Delta; Dougie Jones; Future/Past; In Aliore Loco; Dumps; Screens; Shapeshifter; A Spectral Fairytale; Ichi Go Ichi E; Volverse Lugar.

Personnel

Matteo Bortone
bass, acoustic
Antonin-Tri Hoang
saxophone, alto
Julien Pontvianne
saxophone, tenor
Yannick Lestra
keyboards
Additional Instrumentation

Antonin-Tri Hoang: bass clarinet, clarinet; Julien Pontvianne: clarinet; Francesco Diodati: electric guitar, acoustic guitar; Yannick Lestra: rhodes, synth, piano; Matteo Bortone: basses, electronics, glockenspiel, vocals.

Album information

Title: No Land's | Year Released: 2020 | Record Label: Auand


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