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Nice Jazz Festival 2012

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Place Messena/Jardin Albert 1er - Nizza - France - 8.12.07.2012

Quella di quest'anno era considerata come una « prova del nove » per Il Nice Jazz Festival, dopo l'ottima esperienza della passata edizione. I numeri hanno dato ragione all'organizzazione, quasi settemila persone di media per un totale di 35.000 appassionati che hanno premiato le scelte del direttore artistico Harry Lapp.

La nuova collocazione del Festival, in pieno centro, nei giardini Albert 1er, a ridosso di Place Massena, ha senz'altro dato una nuova spinta alla manifestazione. Poi il prezzo contenuto, il biglietto costava 35 euro per ogni serata, ha sicuramente ingolosito il publico, che ha potuto ascoltare ottima musica senza neanche spostarsi in macchina o con i mezzi.

Il cartellone di questa edizione era abbastanza variegato, con proposte equamente divise fra jazz e tutto il resto, ovvero soul, blues, funk, brasile e pop. Sicuramente le serate più interessanti sono state le prime due, che hanno visto l'esibizione di parecchie stars, anche se i concerti erano in contemporanea ed è stato molto difficile seguire dal vivo tutte le esibizioni.

Ma addentriamoci un pò nelle storie sonore che hanno caratterizzato questa edizione del Festival: capita di rado ascoltare madre e figlia assieme e soprattutto sullo stesso palco. L'occasione è arrivata proprio la sera inaugurale con China Moses, figlia di Dee Dee Bridgewater e Gilbert Moses. Accompagnata da un quintetto guidato dal pianista Raphael Lemonnier ha presentato "This One's for Dinah," omaggio alla grande cantante Dinah Washington.

Molta grinta, ottima presenza scenica, China Moses sembra una Dee Dee in miniatura. Sicuramente farà strada. Al cospetto di cotanta madre in serata di grazia comunque c'era poco da fare. La Bridgewater, accompagnata da un gruppo super in cui spiccava il sassofonista Craig Handy, non si è risparmiata, sfoggiando un'energia incredibile, spaziando da brani scat a pezzi più romantici con la solita classe.

La serata delle voci è terminata in bellezza con il set di Erykah Badu, presa letteralmente d'assalto dai fotografi. La cantante ha sfoggiato la sua abituale grinta accompagnata da un gruppo molto affiatato. Il repertorio verteva su alcuni brani dei suoi due ultimi album oltre ai suoi cavalli di battaglia come "On and On," "I Want You" e "Bag Lady".

Molto più jazz nella seconda serata con tre set molto particolari e tutti diversi fra loro: Jean Marc Jafet ha presentato il suo Live Moments in compagnia di Jeanne Pier Como al piano, Yoann Serra alla batteria e un ispiratissimo Emanuele Cisi al sax.

Poi i Bad Plus che hanno senz'altro beneficiato della presenza di Joshua Redman, ottimamente inserito nei viaggi sonori sempre spiazzanti del gruppo. "Love Is the Answer" è stato il brano iniziale mentre "Silence Is the Question" quello che ha chiuso il concerto. E in mezzo un intreccio emozionante di stili, jazz d'avanguardia, classica e rock, tutto assieme.

Ed infine uno degli ultimi veri grandi Maestri del jazz, Herbie Hancock, questa volta alla testa di un nuovo quartetto, con Lionel Loueke alla chitarra, James Genus al basso e Trevor Lawrence Jr. alla batteria. Un ritorno verso atmosfere più legate al passato, più funkeggianti, stile Headhunters, non a caso l'apertura è con "Actual Proof," proseguendo poi con "Watermelon Man, "Cantaloupe Island" e "Rockit". E' un gruppo molto compatto e molto energico, con la spina dorsale di Genus e Lawrence, ottimi per lanciare gli assoli di Hancock e del suo pupillo, Loueke.

Nella terza serata, da ricordare, oltre al sempreverde Dr. John, il set di trombone Shorty, alla testa del suo brass ensemble. Ha presentato il suo nuovo album For True, intriso di funk rock e hip hop, con un risultato spettacolare. Già al fianco di Lenny Kravitz nel 2005, Shorty sembra aver preso proprio da lui il modo di calcare il palco, con presenza scenica e talento da vendere.

Han lasciato il segno anche le performances di Gregory Porter, voce di Los Angeles, acclamatissimo dalla critica dopo il suo album d'esordio, Water e il disco appena uscito, Be Good; il ritorno di Ahmad Jamal, con lo stesso gruppo dell'anno scorso, Ron Carter e il suo "Golden Stricker Trio" e il gran finale con Gilberto Gil.

Foto di Thomas Dalmasso (China Moses e Erykah Badu) e Romain Robin (Ethan Iverson, Trombone Shorty)


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