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Russ Lossing: Metamorphism
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Registrato nel luglio del 2017, questo lavoro a firma dell'allora cinquantasettenne Russ Lossing, pianista della scena newyorchese originario dell'Ohio, vede all'opera un quartetto classico nella formazione, ma in equilibrio tra mainstream e contemporaneità negli stilemi.
Il leader, infatti, ha alle spalle trentacinque anni di collaborazioni con artisti di primissimo piano, da Kenny Wheeler a Tim Berne, tra le quali spicca quella, continuativa, con Paul Motian, alla musica del quale ha dedicato un lavoro per piano solo. Qui tale esperienza viene messa a frutto in otto brani originali, tutti piuttosto lunghi, alcuni dei quali presentano temi melodici e strutture ritmiche relativamente più tradizionali, anche se sempre aperte e complesse ("Sojourn," "Mai"), mentre altri sono più destrutturati e sospesi, fondendo comunque sempre tradizione e innovazione. Lossing è accompagnato da una ritmica sopraffina, con John Hébert al contrabbasso e Michael Sarin alla batteria, mentre ai sassofoni figura il più giovane Loren Stillman, antico compagno di strada di Lossing e anche lui collaboratore di Motian, oltre che membro dell'ultima Liberation Music Orchestra.
Tra le composizioni in programma spiccano quelle dedicate esplicitamente a due maestri come Andrew Hill"Blind Horizon"e appunto Paul Motianquella che titola il CD. In entrambe Stillman è al soprano, nella prima con un approccio di ricerca del suono che ricorda il più recente Wayne Shorter, mentre Hébert e Sarin lavorano con una certa libertà nella costruzione di un mutevole, ma solido sfondo sul quale il leader e il sassofonista hanno modo di muoversi a piacimento. Il primo, in particolare, fa valere negli assoli la propria frequentazione della musica classica contemporanea e di quella di Motian, aprendo panorami dissonanti ma non eterei, spesso pulsanti di accentazioni ritmiche forti del sostegno della batteria di Sarin.
Sulla medesima linea anche la conclusiva "Canto 24," ove c'è spazio per un assolo di Hébert e per dei fraseggi, lenti ma corposi, di Stillman al contralto, mentre l'interessante "June Jig" è caratterizzata da una maggiore prevalenza dell'elemento ritmico, che ne pervade anche gli assoli.
Lavoro eccellente, che si ascolta a più livelli: uno più immediato, sul quale è di grande fruibilità; un secondo più ponderato e attento, sul quale scopre tutta la preziosità dei propri dettagli.
Il leader, infatti, ha alle spalle trentacinque anni di collaborazioni con artisti di primissimo piano, da Kenny Wheeler a Tim Berne, tra le quali spicca quella, continuativa, con Paul Motian, alla musica del quale ha dedicato un lavoro per piano solo. Qui tale esperienza viene messa a frutto in otto brani originali, tutti piuttosto lunghi, alcuni dei quali presentano temi melodici e strutture ritmiche relativamente più tradizionali, anche se sempre aperte e complesse ("Sojourn," "Mai"), mentre altri sono più destrutturati e sospesi, fondendo comunque sempre tradizione e innovazione. Lossing è accompagnato da una ritmica sopraffina, con John Hébert al contrabbasso e Michael Sarin alla batteria, mentre ai sassofoni figura il più giovane Loren Stillman, antico compagno di strada di Lossing e anche lui collaboratore di Motian, oltre che membro dell'ultima Liberation Music Orchestra.
Tra le composizioni in programma spiccano quelle dedicate esplicitamente a due maestri come Andrew Hill"Blind Horizon"e appunto Paul Motianquella che titola il CD. In entrambe Stillman è al soprano, nella prima con un approccio di ricerca del suono che ricorda il più recente Wayne Shorter, mentre Hébert e Sarin lavorano con una certa libertà nella costruzione di un mutevole, ma solido sfondo sul quale il leader e il sassofonista hanno modo di muoversi a piacimento. Il primo, in particolare, fa valere negli assoli la propria frequentazione della musica classica contemporanea e di quella di Motian, aprendo panorami dissonanti ma non eterei, spesso pulsanti di accentazioni ritmiche forti del sostegno della batteria di Sarin.
Sulla medesima linea anche la conclusiva "Canto 24," ove c'è spazio per un assolo di Hébert e per dei fraseggi, lenti ma corposi, di Stillman al contralto, mentre l'interessante "June Jig" è caratterizzata da una maggiore prevalenza dell'elemento ritmico, che ne pervade anche gli assoli.
Lavoro eccellente, che si ascolta a più livelli: uno più immediato, sul quale è di grande fruibilità; un secondo più ponderato e attento, sul quale scopre tutta la preziosità dei propri dettagli.
Track Listing
Three Treasures; Sojourn; Metamorphism (for Paul Motian); Mai; Pileatus; Blind Horizon (for Andrew Hill); June Jig; Canto 24.
Personnel
Album information
Title: Metamorphism | Year Released: 2020 | Record Label: Sunnyside Records
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