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Medeski Martin & Wood
ByFormula vincente non si cambia. E perché mai?
Ecco, sì, diciamo così. Medeski Martin & Wood sono il più verosimile equivalente musicale della Coca Cola. Effervescenti, decisi, di carattere, ammiccanti quanto basta per guadagnarsi un seguito pressoché planetario e allo stesso tempo terribilmente trendy, nell'ambito della musica (in qualche modo) improvvisata, Medeski Martin & Wood non sono semplici musicisti, per quanto dannatamente bravi. Sono vere e proprie star.
Che per quanto detengano dati di vendita e un traffico digitale di materiale da capogiro, hanno obiettivamente sempre dato il meglio dal vivo. Concerti gremiti, pubblico in delirio, energia esplosiva. Da New York a Tokyo il successo si propaga. E a volte passa - in esclusiva per Crossroads - anche per la provincia-Italia.
Com'è stato il concerto di MMW a Correggio? Grande! Già li amavate? Ora di più! Non li conoscevate? Non li abbandonerete mai! Non vi è piaciuto? Impossibile.
Quella di MMW è una musica dai solidi binari. Ci si può agitare quanto si vuole, ma non v'è modo di uscirne. Nessun rischio, nessun pericolo, basta lasciarsi andare al ritmo e alla velocità. In tutta sicurezza.
Quella di MMW è una musica che mette in moto tutto il corpo e lascia la mente parcheggiata al deposito bagagli. Lasciate pure che Martin vi faccia pestare convulsamente il piedino con i suoi beat quadrati e gli agili cambi di pattern; ascoltate ruminare il vostro ventre, preso d'assalto dalla possente granaglia di Wood; sciogliete le articolazioni del collo e dimenate la testa al comando di Medeski, signore degli infiniti tasti.
Quella di MMW è una musica che comunque è costruita in maniera impeccabile. Suonano insieme da oltre 15 anni e si sente, lo si avverte distintamente. Basta una minima variazione di tempo, una nota sfalsata, la sospensione momentanea di un pattern da parte di uno dei tre, che la musica del gruppo si riallinea istantaneamente in una nuova esaltante direzione. Così, in un batter di ciglia.
Un concerto di MMW è come assistere a uno spettacolo di Arturo Brachetti strafatti di Coca Cola.
Un groove monolitico di base, ineluttabile centro gravitazionale. E sopra lo svettante triangolo capovolto del blues. Certe libertà del jazz e un uso dei volumi da garage band. MMW condiscono perfettamente tutto quanto è stato black music con micidiale virtuosismo e sottile malizia.
Esaltante ed estenuante. Ma tutta quella quella strada sugli stessi binari, lascia l'amaro - pardon, un forte sapore dolciastro - in bocca.
Foto di Emiliano Neri
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