Home » Articoli » Album Review » Mario Biondi: Handful of Soul

1

Mario Biondi: Handful of Soul

By

Sign in to view read count
Mario Biondi: Handful of Soul
Un passo avanti e uno indietro per la sempre fervida scena nu-jazz italica.

Il passo avanti: finalmente una voce maschile davvero degna di nota, quella del catanese Mario Biondi, qui al suo disco di esordio, Handful of Soul. Artista dalla solida esperienza come turnista, Biondi ha un timbro scuro e pastoso che fa riferimento direttamente a quel soul confidenziale e un po' gaglioffo in cui la componente ormonale fa la sua bella parte, ma riesce a metterlo a servizio di una linearità asciutta.

Il repertorio del disco è scelto con accuratezza: riletture classiche ma non abusate come quella di "On A Clear Day" o "Slow Hot Wind", puntuali cuciture r&b con "I’m Her Daddy" di Bill Withers, addirittura l'Al Kooper di "I Can’t Keep From Crying Sometime", si affiancano ad alcuni originali, tra i quali spicca il notevole - e già collaudato - singolo "This Is What You Are".

Nell'affrontare i brani Biondi dimostra gusto e sicurezza, non calca mai la mano e tutto il lavoro è costruito su un ampio respiro tra le parti cantate e quelle strumentali. Ma proprio l'aspetto strumentale costituisce il passo indietro cui si accennava sopra: gli High Five, quintetto ormai collaudato della scena nazionale, composto da ottimi strumentisti come il sassofonista Daniele Scannapieco o il trombettista Fabrizio Bosso, suonano il tutto in maniera impeccabile, ma non c'è in tutto il disco un solo momento di originalità.

La scelta di non percorrere l'ormai abusato terreno elettronico - che tanto onore ha portato alla stessa etichetta, la Schema e al suo esponente più famoso, Nicola Conte - è idea in partenza tutt'altro che disprezzabile, ma se l'esito deve essere quello di riprodurre [per quanto in maniera impeccabile, o forse sarebbe meglio dire "e per di più" in maniera impeccabile, si ascolti ad esempio il pezzo di Withers, troppo "pulito" nonostante la notevole prestazione di Biondi] sonorità e idee di decenni fa, il senso del tutto incomincia a sfuggire.

Che la scena sia sempre stata improntata a un certo "classicismo" non è una novità e si ricollega a quella forte nostalgia - da noi sottolineata più volte - di tempi e musiche "mitizzate", rese paradigmatiche da una concomitanza di fattori. Ma si rischia di non superare quest'impasse espressiva se non si esce dalla stretta dinamica di una generica coolness, fatta di party e martini, ball-chairs e croccanti vinili di Lou Rawls [tra l'altro meravigliosi!].

Si rimane quindi con la sensazione [che più che sensazione è realtà] del già ascoltato, ci si pasce nella piacevolezza complessiva, ma spiace che musicisti dotati di simili doti non osino di più. Anche perché un timbro come quello di Mario Biondi sembra possedere tutte le carte in regola per portare un determinato tipo di vocalità dentro scenari sonori di più stringente contemporaneità.

Qui non si tratta di esaltare il "nuovo ad ogni costo" o di negare la fortissima dialettica con la tradizione di cui vibrano le musiche di più stretto riferimento di "Handful of Soul", ma di non negare le possibilità che l'inserimento di elementi nuovi possa essere vivificante senza togliere smalto alla qualità interpretativa dei singoli - cui sembra talvolta si tenga di più che all'esito collettivo.

Le possibilità ci sono e come, Mario Biondi è davvero bravo, non fateci attendere troppo!

[Per ulteriori riflessioni su questo disco leggi il nostro Blog - The Blog And The Abstract Truth]

Personnel

Album information

Title: Handful Of Soul | Year Released: 2006 | Record Label: Croatia Records


< Previous
The Wisdom of Notes

Comments

Tags

Concerts

Apr 27 Sat

For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Shadow
Lizz Wright
Caught In My Own Trap
Kirke Karja / Étienne Renard / Ludwig Wandinger
Horizon Scanners
Jim Baker / Steve Hunt / Jakob Heinemann

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.