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Guido Michelone: Speak Jazzmen - Jazz Is a Woman
di Guido Michelone
Edizioni EDUCatt pagine 212.
Jazz Is a Woman
di Guido Michelone
Edizioni EDUCatt
pagine 154.
Guido Michelone è ben noto al pubblico del jazz. Accanto alla sua attività di docente all'Università Cattolica di Milano (tiene il corso di storia della musica afro-americana) ha collaborato e collabora con storiche riviste specializzate e ha pubblicato vari libri in materia.
Gli ultimi due sono una raccolta di interviste a jazzmen ("Speak Jazzmen") e jazzwomen ("Jazz Is a Woman") scritti in inglese e destinati quindi anche al pubblico internazionale.
"Li ho scritti in inglese per tre ragioni - ci ha detto l'autore - per motivi didattici (rivolgendomi ai miei poco anglofoni studenti di Master e di Conservatorio), per farmi leggere fuori dall'Italia e - come vado dicendo durante gli incontri col pubblico - simbolicamente per protestare contro il degrado di cultura in cui versa l'Italia".
Fuori dai nosti confini i volumi si trovano al Darmstadt Jazz Institute, nel bookshop della London University mentre è in corso una possibile distribuzione ngli Stati Uniti.
La divisione dei volumi per genere maschile e femminile crediamo voglia evidenziare la presenza ormai nutrita dell'"altra metà del cielo" nella musica afro-americana. Nel complesso l'autore ha raccolto 55 interviste nel primo volume e 39 nel secondo. In generale, possiamo dividerle in conversazioni propiziate dalla pubblicazione di un disco ed altre che vertono su argomenti più generali.
Alcune domande tendono a ripetersi ed è interessante valutare le differenti risposte. Alcune riguardano la dimensione personale ( "Quali ragioni ti hanno motivato a diventare un jazzman?," "Qual è stato il miglior momento della tua carriera?," "Che musica ascoltavi da bambino?") altre valutazioni sul mondo del jazz ("La parola jazz ha ancora un significato oggi?," "Come vedi lo stato attuale del jazz?," "Quale sarà l'evoluzione del jazz?," "Cosa rappresenta il jazz per te?").
Gli intervistati sono anche musicisti che operano ai confini col jazz ma che possono interessare il suo pubblico come Grandmaster Flash, Brian Auger, David Toop dei Flying Lizards, Solomon Burke, Ute Lemper, Sarah Jane Morris. Ci sono poi scrittori e poeti come Geoff Dyer e Khari B oppure fotografi come Larry Fink.
Le interviste interessanti sono molte: ricordiamo quele con Steve Lacy (grande spazio all'influenza avuta da Duke Ellington), Vijay Iyer e Rudresh Mahanthappa (sulle rispettive relazioni con le musiche tradizionali indiane), Don Byron, Matthew Shipp, Trevor Watts e per quanto riguarda il volume al femminile, Helen Merrill, Joanna Rimmer, Esperanza Spalding, Joan la Barbara e le nostre Cristina Zavalloni, Ada Rovatti e Roberta Gambarini.
Ampio spazio viene dato a jazzmen europei meno noti, di cui è raro trovare interviste, come il turco Kerem Gorsev, il finlandese Mikko Innanen, lo svizzero Jurg Solothurnmann, il danese Torben Waldorff, il ceco Milan Svoboda. In "Jazz Is a Woman" la presenza di nomi meno frequentati è maggiore: Anke Helfrich, Tina May, Sabina Meyer, Roseanna Vitro, Susana Lindeborg ed altre ancora.
Due libri che aggiungono nuovi aspetti al profilo di alcuni artisti e che consigliamo vivamente a chi legge l'inglese. Abbiamo solo due appunti di carattere secondario: le interviste sono state realizzate in periodi diversi e l'indicazione della data sarebbe stata utile; stessa utilità l'avrebbe avuta una scheda biografica per i nomi meno noti.
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