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Funk&Soul Covers
di Joaquim Paulo
Edizioni Taschen
pagine 432
Euro 29,90
La Taschen, fondata nel 1980 a Colonia dall'allora diciottenne Benedikt Taschen e specializzata in libri illustrati d'arte, fotografia, costume e iconografia varia, fa le cose in grande: non tanto per il fatto che le dimensioni dei suoi volumi sono spesso monumentali, ma soprattutto perché, programmando alte tirature da distribuire in tutto il mondo, in varie lingue, può permettersi di offrire prezzi concorrenziali relativamente al settore di mercato delle pubblicazioni-strenna.
Non fa eccezione "Funk&Soul Covers" che su carta patinata riproduce quasi seicento copertine di LP ad un costo contenuto.
Questa edizione in spagnolo, italiano e portoghese che, segno inconfutabile dei tempi, è stata stampata in Cina, presenta una struttura piuttosto semplice. Dopo un'introduzione in cui l'autore Joaquim Paulo con entusiasmo autobiografico giustifica il feticismo del collezionista che riesce a trasformare la propria passione in impegno professionale, vengono riportate interviste a tre specialisti del settore: David Ritz, autore della biografia su Marvin Gaye e di altri libri, Larry Mizell, produttore discografico di numerosi album di successo, e il giovane Gabriel Roth, compositore, bassista e tecnico del suono. Il volume si conclude invece con le classifiche dei dischi Top Ten votati da altrettanti DJs.
Ma la parte di gran lunga più corposa del libro (da pag. 24 a pag. 408) è dedicata alle copertine dei dischi, esposte secondo l'ordine alfabetico dei musicisti o gruppi titolari. Bisogna però chiarire che l'importanza di questi ultimi non costituisce uno dei criteri seguiti: non si riesce a capire, ad esempio, per quale ragione non viene riportata nessuna incisione di giganti come James Brown o Solomon Burke; di altri protagonisti della statura di Aretha Franklin, Isaac Hayes, Sly & The Family Stone ed altri vengono illustrati solo due LP. In compenso, troviamo, per lo più con una copertina a testa, un'infinità di autori "minori" e dimenticati, vere curiosità per gli esperti del genere.
Fra i tanti compaiono anche molti jazzisti (Herbie Hancock, Gary Bartz, Stanley Turrentine, i fratelli Brecker... perfino Michael Gregory Jackson), ovviamente per quanto riguarda i loro sconfinamenti nel campo propriamente funky.
La stragrande maggioranza dei dischi considerati appartiene agli anni Settanta. Ne vengono documentati pochi degli anni Ottanta: ciò può essere comprensibile in quanto si stava ormai volgendo verso il supporto Cd; ma sono pochi anche quelli degli anni Sessanta, e questa ci sembra una scelta poco condivisibile.
Le protagoniste indiscusse comunque sono loro, le copertine dei vinili, delle quali, oltre ad un essenziale commento descrittivo, viene riportato il titolo, l'anno d'edizione, l'etichetta, i nomi di art director, fotografi, illustratori... Sfogliando il libro il nostro sguardo è calamitato da immagini di impronta diversa, ma tutte accattivanti, coloratissime e turgide, di grande impatto visivo; esse rappresentano la tipica espressione di un genere musicale e di un'epoca.
Ad un'analisi più approfondita si colgono le varie tipologie delle soluzioni grafiche e comunicative adottate: dall'esibizione di volti e corpi femminili di esplicito, a volte greve, contenuto erotico alle arabescate e fumose elaborazioni psichedeliche, dai cubitali lettering pop a mosse e dinamiche espressioni del movimento fisico, da riferimenti alla cruda e povera realtà del ghetto a proiezioni in lontani e illusori mondi fantascientifici...
L'inconfondibile impronta della grafica, quasi sempre vistosa, ridondante, Kitsch, tende a tradurre visivamente, anzi ad enfatizzare, il tono estroverso e il messaggio socio-culturale della musica contenuta nel LP. Ben raramente, e a ragione, si va alla ricerca di una soluzione grafica lineare, sobria, elegante, che ricorra alla sottrazione di materiale allusivo anziché all'agglomerazione. Approccio, questo, che è stato applicato sistematicamente, più o meno nello stesso periodo storico e successivamente, per altre estetiche musicali, anche in ambito jazzistico, diametralmente opposte alla ribollente temperie del Funk&Soul.
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