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Ornette Coleman: Free Jazz to Ornette! Revisited
E allora, sì, non diciamo nulla, perché la musica è lì davanti a noi, quell'inaudito doppio quartetto, uno guidato da Ornette (Cherry-LaFaro-Higgins), l'altro da Dolphy, per una volta unicamente al clarinetto basso (Hubbard-Haden-Blackwell), la forma che si frantuma, va letteralmente in pezzi, e il punto di non ritorno, la linea di demarcazione, sono tracciati.
Sì, perché prima e dopo Free Jazz Ornette Coleman ha suonato anche (soprattutto) altro, stendendo le sue ampie volute attorno a un tema, lasciando magari ad altri (Cecil Taylor, tanto per fare un nome) il compito di continuare a frantumare, a sbrindellare la forma, a generare nuovi, ulteriori punti non ritorno.
Di Free Jazz, datato 21 dicembre 1960, esisteva com'è noto un "cartone preparatorio," Twins, inciso appena prima più che dimezzato in quanto a durata (un po' ciò che era accaduto oltre mezzo secolo addietro con gli Ambasciatori della fame nei confronti del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, altra opera epocale, benché attorno a concetti più ideologici e sociali che di pura evoluzione tecnico-formale-strutturale), che per i jazzfans fu di dominio pubblico solo a inizio anni Settanta, allorché uscì accanto a materiale realizzato in altre date.
Poteva essere correttamente proposto, Twins, accanto all'opera definitiva in questo CD, come del resto è già accaduto, ma ciò non rientra nelle procedure dell'etichetta svizzera, che ama riunire due originari LP in un unico CD, e così ad accompagnare Free Jazz è toccato all'immediatamente posteriore (31 gennaio 1961, sempre come data d'incisione) Ornette!, che appunto conferma e ribadisce quanto appena affermato. Perché Ornette vi torna alle forme sue più consuete, quelle appena pur così sommariamente descritte: temi stringenti, persino incalzanti, ma attraversati da un lirismo spesso straziato (che può farsi urlo o lamento) su cui stendere le proprie elucubrazioni solistiche. Soprattutto quelle del "capo," ma anche di Cherry, più limitatamente di LaFaro e Blackwell (laddove lo schieramento classico del cosiddetto Original Quartet prevedeva Haden e Higgins). Il conclusivo "R.P.D.D." si attorciglia addirittura per tutta la sua durata (oltre nove minuti) attorno a un lungo assolo di sax alto (tromba e violino sarebbero arrivati solo un quadriennio dopo, per Ornette, preceduti del tutto fuggevolmente dal sax tenore). E insomma: anche qui poco da aggiungere, se non che la musica vola altissima pure da queste parti. Alla faccia di chi diceva (e ancora sostiene: ce ne sono) che quel signore proveniente da Fort Worth, Texas, avrebbe fatto meglio a dedicare un po' più tempo allo studio del sax alto, che, senza mezzi termini, non avrebbe mai imparato a suonare. Misteri della mente umana, già...
Album della settimana.
Track Listing
Free Jazz; W.R.U.; T. & T.: C. & D.: R.P.D.D.
Personnel
Ornette Coleman
saxophone, altoEric Dolphy
woodwindsDon Cherry
trumpetFreddie Hubbard
trumpetScott LaFaro
bassCharlie Haden
bass, acousticBilly Higgins
drumsEd Blackwell
drumsAdditional Instrumentation
Don Cherry: pocket trumpet; Freddie Hubbard: trumpet (1); Scott LaFaro: double bass; Charlie Haden: double bass (1); Billy Higgins: drums (1); Ed Blackwell: drums.
Album information
Title: Free Jazz to Ornette! Revisited | Year Released: 2024 | Record Label: Ezz-thetics
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