Home » Articoli » Live Review » Frank Kimbrough Trio

1

Frank Kimbrough Trio

By

View read count
Pinocchio Live Jazz - Firenze - 24.02.2007

Fondatore del Jazz Composers Collective e membro dell'Herbie Nichols Project, il pianista statunitense Frank Kimbrough non è però molto conosciuto nel nostro paese. Particolarmente meritoria dunque l'iniziativa del Pinocchio Live Jazz di includerlo nel proprio cartellone, in trio con il contabbassista Masa Kamaguchi e il batterista Jeff Hirshfield, quasi la stessa del recente disco Play (in cui alla batteria suona Paul Motian).

La formazione è un trio molto dinamico, che affianca standard a composizioni originali, talora più dissonanti ma comunque sempre dotate di forte componente ritmica. La cifra è però complessivamente assai eclettica, presentando qua e là passaggi a la Standard trio di Jarrett e momenti più intensamente percussivi. Molto paritetico nella struttura, il trio vede il pianista e leader condurre con costanza elaborate e fitte trame alla tastiera, con modesto impiego di spazi e silenzi, e il batterista sostenere con grande sensibilità e alcuni momenti di libertà.

Kimbrough ha una mano alla tastiera al tempo stesso incisiva e misurata, capace di dosare il tocco in funzione del contesto ed uno stile eterogeneo e complesso, ma non pienamente caratterizzabile, con pochi cambi di passo e non molte sorprese. Ottime nelle introduzioni ai brani, spesso solitarie, Kimbrough è sembrato talvolta smarrire smalto negli sviluppi, specie nelle interpretazioni degli standard.

Così, il vero protagonista della formazione è apparso l'eccellente contrabbassista Masa Kamaguchi: nervoso interprete del suo strumento, sul quale segue la lezione di Gary Peacock con suono caldo e austero nel fitto dialogare con il pianista, il musicista giapponese assume un atteggiamento di frenetica ricerca creativa negli splendidi assoli. Strumento fortemente e atipicamte inclinato, orecchio teso a percepire il ritmo dettato dalla batteria, Kamaguchi si è prodotto in improvvisazioni velocissime ed acrobatiche, a forte rischio di narcisistico virtuosismo e tuttavia tutte risolte in espressiva comunicazione musicale.

L'attenzione all'interazione, l'originalità delle improvvisazioni, il colore del suono e, non ultima, la vibrante presenza scenica, hanno fatto di Kamaguchi (non a caso il più applaudito) il mattatore di una serata che, nei sui due lunghi set, ha attraversato momenti assai coinvolgenti - specie nelle più dialogiche composizioni originali, come quella conclusiva, magmatica e trascinante - e che nel complesso è stata di ottima qualità.

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.