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Francesco Bearzatti Tinissima 4et: Monkʼnʼroll
Dopo i progetti dedicati alle figure di Tina Modotti e Malcolm X - che hanno riscosso un ottimo successo sia di critica che di pubblico - il Tinissima Quartet capitanato da Francesco Bearzatti propone un altro omaggio, questa volta a Thelonious Monk. Unendo musica e immagini, "Monk 'n Roll" - questo il nome del nuovo lavoro - ben si innestava nella trama concettuale del Roma Jazz Festival, che nel corso della sua 36^ edizione ha proposto progetti in cui confluicono musica e arti visive.
La musica di Monk viene rielaborata e innestata su riff e sezioni di famosi brani rock-pop, da Michael Jackson ai Pink Floyd, dai Queen a Lou Reed. Il Tinissima sul palco si diverte. I musicisti si scambiano sguardi di intesa e compiacimento per il risultato ottenuto. E, a giudicare dallo scrosciare di applausi che hanno caratterizzato l'ora e mezza di concerto, il pubblico romano ha gradito pienamente.
La componente ritmica ha rappresentato l'elemento di maggior risalto del set. L'asse Danilo Gallo (basso) - Zeno De Rossi (batteria) ha suonato con un "tiro" da rock band e le vibrazioni prodotte da Gallo sono risultate fondamentali per gli sviluppi melodici di Falzone e Bearzatti. Il primo - vulcanico e carico d'energia creativa come di consueto - non ha mancato di ricorrere ad urla, vocalizzi e assoli muscolari, mentre il secondo ha limitato l'utilizzo di effetti sul saxofono in favore di una maggiore godibilità di timbro, come del resto anche al clarinetto.
"Monk avrebbe gradito, perché lui era avanti" è la convinzione di Bearzatti riguardo alla validità di questo nuovo progetto. In effetti "Blue Monk" fusa a "My Sharona," i riff di "Money" e "Billie Jean" mescolati con la musica del pianista americano danno gli esiti sperati, sia dal punto di vista formale che emozionale. Anche le proiezioni video - curate da Francesco Chiacchio, Valentino Griscioli e Antonio Vanni -, che mescolano immagini di Monk con distorsioni di scenari urbani, paesaggi lunari, effetti visivi ed estratti da concerti in bianco e nero, contribuiscono a rendere l'insieme ancora più convincente.
A conti fatti è inevitabile mettere a confronto questo lavoro con i progetti passati, e senza togliere nulla alla validità dell'insieme, è sembrato che in questa occasione la fantasia e la spontaneità dei membri del Tinissima siano state in parte sacrificate dai precisi incastri e passaggi obbligati previsti negli arrangiamenti.
Foto di Roberto Paviglianiti
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