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Roberto Ottaviano: Eternal Love

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Roberto Ottaviano: Eternal Love
Dopo il lavoro dedicato in spirito a John Coltrane pur senza omaggi diretti (Sideralis) e quello precedente dedicato a Steve Lacy (Forgotten Matches), Roberto Ottaviano ha sentito il bisogno di "un "bagno mistico" in cui il Jazz si fa infine Musica Totale, ma sopratutto travalica l'idea fine a se stessa di fare musica, per scavare a fondo nel nostro ego e per capire se esiste un "noi" universale da cui ripartire."

Per farlo ha dato vita a una nuova formazione, nella quale accanto a suoi compagni abituali, come Alexander Hawkins e Giovanni Maier, trovano posto due tra i migliori interpreti italiani dei rispettivi strumenti: Zeno De Rossi alla batteria e Marco Colonna ai clarinetti. E ha messo mano a un repertorio variegato ma accomunato dai riferimenti di alto profilo, al quale ha aggiunto due sue composizioni, bellissime e assai diverse tra loro.

Ad aprire emblematicamente il programma, tuttavia, spetta a un brano tratto dalla tradizione africana, "Uhuru," che introduce la ricerca meditativa interiore in modo estremamente suggestivo e si riallaccia idealmente alla traccia originale che intitola l'album, Eternal Love, anch'essa dal trasporto trascendete, che in qualche modo rimanda a un altro lavoro di Ottaviano dall'ispirazione spirituale, Soffio Primitivo. Gli altri brani ruotano attorno a questi due elementi programmatici e reinterpretano momenti perlopiù poco frequentati di alcuni dei principali riferimenti della musica jazz -Abdullah Ibrahim, Charlie Haden, Dewey Redman, Elton Dean, lo stesso Coltrane, Don Cherry -con una nitidezza, una libertà e un sentimento tale da farne qualcosa di proprio.

Un risultato possibile solo grazie a un'invidiabile unità di intenti e a un'impareggiabile maestria individuale. Sarebbe impossibile e forse anche superfluo dedicarsi a un'analisi puntuale del lavoro svolto dai cinque musicisti, ma certo è il caso di sottolineare il modo in cui Colonna si affianca al soprano del leader con il clarinetto e come persino gli si contrappone timbricamente con il clarinetto basso (si ascoltino per esempio "Mushi Mushi" o "Your Lady," ove ha un incedere quasi dolphyano); il lavoro all'archetto svolto da Maier a fianco di Ottaviano in "Eternal Love" e i suoi cantanti assoli in "Until The Rain Comes" di Cherry o nella citata "African Marketplace"; l'assolo di Hawkins in "Chairman Mao" di Haden, il modo in cui conduce la coltraneana "Your Lady" su stilemi tyneriani e l'opportuno uso delle tastiere in "Uhuru"; il cangiante intervenire di De Rossi, rumoristico in "Uhuru" ed "Eternal Love," incedente e perfino aggressivo in "Chairman Mao."

Su tutti, ovviamente, Ottaviano, che al soprano ha pochi eguali: suono sempre splendido, passa dalle espressività evocative delle due tracce "programmatiche" alle agili linee disegnate in "Mushi Mushi" di Redman e nel suo "Questionable 2." Sempre e comunque un saggio di maestria sullo strumento, dalla qualità sopraffina.

Lavoro dalle molte sfaccettature e dall'esecuzione semplicemente perfetta, Eternal Love è una sintesi esemplare di quanto può offrire il "jazz moderno" se messo in atto da grandi artisti con un ampio bagaglio di esperienze e mezzi espressivi e -soprattutto -con la mente aperta -non solo in ambito musicale.

CD della settimana

Track Listing

Uhuru; African Marketplace; Chairman Mao; Mushi Mushi; Oasis; Questionable 2; Eternal Love; Your Lady; Until The Rain Comes.

Personnel

Roberto Ottaviano
saxophone, soprano

Roberto Ottaviano: sax soprano; Marco Colonna: clarinetto, clarinetto basso; Alexander Hawkins: pianoforte, Fender Rhodes, organo Hammond; Giovanni Maier: contrabbasso; Zeno De Rossi: batteria.

Album information

Title: Eternal Love | Year Released: 2018 | Record Label: Dodicilune


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