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Dave Holland fra passato e futuro

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Continuo a suonare il violoncello a casa ma non ho il tempo per mantenere un buon livello su due strumenti e così mi sono concentrato sul basso acustico
All About Jazz: Il tuo ultimo album Critical Mass sembra costituire una sintesi del lavoro che hai svolto negli anni passati con vari gruppi. Puoi darci qualche dettaglio in più?

Dave Holland: Vedo questa decisione artistica come un passo avanti per la musica che il quintetto ha suonato negli ultimi anni.

AAJ: Quanto l'essere nato in Europa influenza le tue composizioni e le tue scelte musicali?

D.H.: Le mie radici inglesi rimarranno sempre importanti in quello che faccio, ma la maggioranza della mia vita musicale e delle cose che ho sviluppato si sono svolte in America, con musicisti americani e questo ha avuto ovviamente una grande influenza.

AAJ: Qual'è la band del passato nella quale avresti voluto avere più tempo a disposizione?

D.H.: Il quartetto di Thelonious Monk. Ho suonato con lui brevemente nel 1972 a New York. Ero già impegnato con Stan Getz e non sono riuscito a liberarmi di questo ingaggio per potermi dedicare di più al gruppo di Monk, un musicista geniale che ci ha lasciato composizioni uniche.

AAJ: Preferisci testare le nuove composizioni in concerto e poi registrarle quando sono ben rodate oppure preferisci registrarle senza prima provarle?

D.H.: Tutti i miei dischi sono stati registrati basandomi su composizioni che erano già state ben rodate in concerto.

AAJ: Qual'è la tua opinione sulla contrapposizione fra basso acustico e basso elettrico? Continui a suonare anche il basso elettrico e il violoncello?

D.H.: Non li vedo come rivali. Questi due strumenti hanno avuto un ruolo importante nella musica e ci sono grandi interpreti sia nel basso acustico, sia nel basso elettrico, che hanno apportato cose importanti per la musica. Non ho più suonato il basso elettrico dal 1995, quando ero nel gruppo di Herbie Hancock. Continuo a suonare il violoncello a casa ma non ho il tempo per mantenere un buon livello su due strumenti e così mi sono concentrato sul basso acustico.

AAJ: Quanto essere un bassista influenza la direzione di un piccolo gruppo jazzistico?

D.H.: Ti offre una certa prospettiva nella interazione dell'ensemble e nel dialogo dei musicisti.

AAJ: La David Holland Orchestra è sempre attiva? Stai pianificando nuovi album con l'Orchestra?

D.H.: Si, l’Orchestra è sempre attiva e faremo nuovi album.

AAJ: Hai altri progetti nel cassetto?

D.H.: Niente che sia già stato registrato, ma ho parecchie cose sulle quali sto lavorando e che sto già portando in giro. Un sestetto con 3 fiati, piano, basso e batteria. Duetti con Trilok Gurtu e con Steve Nelson.

AAJ: Hai altri tour in programma in Europa e in Italia?

D.H.: Abbiamo girato in Europa e in Italia nei mesi scorsi. Le date dei miei tour sono visibili nel sito www.daveholland.com.

AAJ: Proviamo ad immaginare che Miles ti mandi una email dal cielo e ti chieda tre CD, tre film e tre libri per capire meglio quello che sta succedendo. Cosa metti nella busta celestiale?

D.H.: Lui non ha bisogno che io gli spieghi quello che sta succedendo, visto che sa sempre bene dove tira il vento. Gli manderei solo il mio amore e il mio rispetto.

Foto di Claudio Casanova

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