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Il Christian Pabst Trio a Postignano

Courtesy Enrico Tomassini
Chiesa di S. Annunziata
Un castello all'orizzonte
Borgo Castello di Postignano (PG)
3 agosto 2024
La dodicesima edizione della rassegna Un castello all'orizzonte ha portato nel piccolo borgo umbro di Postignano concerti di musica classica e jazz, mostre fotografiche ed esposizioni permanenti, presentazioni di libri, proiezioni di video d'arte.
Nella piccola chiesa di S.Annunziata si è esibito il trio del pianista tedesco, ma umbro d'adozione, Christian Pabst con il supporto dei suoi collaboratori usuali Francesco Pierotti al contrabbasso e Lorenzo Brilli alla batteria.
In scaletta alcuni estratti dall'ultimo lavoro di Pabst, The Palm Tree Line (Jazz Sick) nel quale il musicista esprime il suo amore per la musica del Sud, ossia musica che ha radici tra il 44esimo grado nord e il 44esimo grado sud, ossia in quella parte del mondo dove crescono le palme.
Ed è proprio questa linea calda, solare, piena di vita e musica, misteri e magia che dà il nome all'album nel quale per la prima volta Pabst intepreta composizioni di altri musicisti. Tra queste, "Alhambra" del cubano Ernesto Lecuona, interpretata in apertura del concerto in maniera molto lirica e in una versione più aggressiva a chiusura del concerto. Musica che arriva sia al cuore che alla mente.
Il trio ha poi eseguito, oltre ad un brano originale dello stesso pianista, "Kimnara," anche il famoso "Mambo" di Leonard Bernstein reso con ancora più vigoria ed effervescenza nel quale viene posta in evidenza la batteria di Lorenzo Brilli con il suo drumming asciutto e preciso perfetto controaltare al piano. Dopo aver omaggiato l'Italia con l'esecuzione di due titoli di musica da film, "Amarcord" di Nino Rota ed il meno noto "O cielo ce manna si cose" che Armando Trovajoli aveva composto per Matrimonio all'italiana di Vittorio De Sica, è stata la volta di "Woody 'n You" di Dizzy Gillespie e quindi la travolgente versione di "Ida Lupino" composta da Carla Bley nella quale il trio ha dato sfoggio del perfetto interplay che accomuna i tre muscisti ormai molto collaudati.
Chiusura come detto con la seconda versione di "Alhambra" per un concerto davvero entusiasmante nella pregevole cornice della piccola chiesa che con la sua perfetta acustica ha esaltato la maestria dei musicsti.
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