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Evan Parker: Boustrophedon

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Evan Parker: Boustrophedon
E se alla fine l'annosa diatriba sulla opposizione/dialettica tra composizione e improvvisazione fosse solo frutto di un errore percettivo? Giusto chiederselo allora, quando l’ECM licenziò Composition/Improvisation Nos. 1, 2 & 3 di Roscoe Mitchell, doveroso rinnovare l’interrogativo in occasione dell’uscita del disco gemello di quell’opera straordinaria, Boustrophedon, con Evan Parker a guidare il Transatlantic Art Ensemble in vece del sassofonista di Chicago.

Un Evan Parker che mai nel corso della carriera si era concesso tali e tanti vezzi accademici - in scaletta un overture, sei movimenti (Furrows), un finale in piena regola e un’eloquente firma in calce: music by Evan Parker -, anche se intorno a quell’oziosa domanda posta in apertura di recensione il musicista inglese, spesso vittima oltre le proprie intenzioni della fama di improvvisatore radicale, di energie ne ha investite parecchie: in proprio, si pensi all’Electro-Acoustic Ensemble, e sotto il vessillo altrui, ad esempio nella London Jazz Composers Orchestra di Barry Guy.

E se alla fine anche l'annosa diatriba sulla opposizione/dialettica tra l’Evan Parker compositore e l’Evan Parker improvvisatore fosse solo frutto di un errore percettivo?

Beh, a malincuore, tocca lasciar cadere nel vuoto, per questioni di spazio, gli interrogativi sollevati, nella speranza che quanto sopra abbia messo in ansia le coscienze di chi alla musica poi si vorrà, e spero siano tanti, avvicinare.

La musica appunto. Una suite in sei movimenti, si diceva, per un’ora scarsa di durata complessiva. Cinquantanove minuti e ventidue secondi dei quali a fatica, e con molto imbarazzo, ci si convince a raccontare i momenti migliori. Deliziosamente lirico, ad esempio, il duetto viola-violino condotto, nel silenzio assordane dell’orchestra, da Nils Bultmann e Philipp Wachsmann (Furrow 1). Travolgente, invece, il crescendo che accompagna il solo al contralto di Anders Svanoe (Furrow 4), con il clarinetto di John Rangecroft e la tromba di Corey Wilkes a ricucire il violento strappo in un dialogo serrato e a tratti grottesco (Furrow 5). Singolare, poi, l’ipnotico scioglilingua braxtoniano dettato dal pianoforte di Taborn, roba da Ghost Trance, che precede il momento clou dell’opera (Furrow 6), ovvero gli interventi di Parker e Mitchell: il primo al soprano in un volo mistico da estasi contemplativa, il secondo al contralto in una scorribanda furiosa sorretta dall’incedere compulsivo dell’orchestra.

Dettagli. Solo dettagli di un’opera complessa e stratificata, da ascoltare possibilmente per intero. Un’opera della quale è impossibile restituire le molteplici mutazioni e scomposizioni, l’infinita varietà di soluzioni formali e relazioni interne.

Emozionante. Essenziale.

Track Listing

Overture; Furrow 1; Furrow 2; Furrow 3; Furrow 4; Furrow 5; Furrow 6; Finale.

Personnel

Evan Parker
saxophone, soprano

Evan Parker: soprano saxophone; Roscoe Mitchell: alto and soprano saxophone; Anders Svanoe: alto saxophone; John Rangecroft: clarinet; Neil Metcalfe: flute; Corey Wilkes: trumpet, flugelhorn; Nils Bultmann: viola; Philipp Wachsmann: violin; Marcio Mattos: cello; Craig Taborn: piano; Jaribu Shahid: double-bass; Barry Guy: double-bass; Tani Tabbal: drums, percussion, Paul Lytton: drums, percussion.

Album information

Title: Boustrophedon | Year Released: 2008 | Record Label: ECM Records


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