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Anouar Brahem: Blue Maqams
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Fin dal suo disco d'esordio (Barzakh del 1991, pubblicato, come tutti i successivi lavori, dalla ECM e preceduto solo da alcune cassette autoprodotte) il compositore e suonatore di oud tunisino Anouar Brahem è stato tra i principali esponenti di una musica a cavallo tra Medio Oriente e Occidente, cercando una fusione tra musica araba, improvvisazione jazzistica e musica classica europea, insieme al coetaneo collega libanese Rabih Abou-Khalil che lo ha preceduto di qualche anno. Il suo ultimo lavoro, Blue Maqams, è una ulteriore tappa di questo cammino, fin dal titolo che suggerisce una sintesi tra l'improvvisazione jazzistica (con le note blu dei suoi modi) e quella della musica araba il cui sofisticato sistema modale è riassunto nel maqam, ma rispetto ai suoi album precedenti risulta più marcatamente orientato dalla parte del jazz grazie alla presenza di collaboratori di altissimo livello come Dave Holland al contrabbasso (già al fianco di Brahem 20 anni fa per Thimar), Jack DeJohnette alla batteria e Django Bates al pianoforte. Holland e DeJohnette formano una sezione ritmica solida e ampiamente collaudata, mentre il pianoforte di Django Bates (suggerito dal produttore Manfred Eicher) porta un tocco di novità e imprevedibilità rispetto a quello consueto di Francois Couturier.
Il brano di apertura, "Opening Day," fissa subito le coordinate del lavoro, con gli strumenti che entrano uno alla volta per sostenere un tema swingante introdotto dall'oud. Il successivo "La Nuit" è più vicino alle atmosfere malinconiche e cameristiche di Souvenance, il precedente CD del musicista tunisino, ma la presenza della ritmica risospinge la musica verso territori più jazzistici. Anche i rimanenti brani, tutti composti da Brahem tra il 2011 e il 2017 ad eccezione di due titoli risalenti al 1990 ("Bahia," già inciso in precedenza su Madar, e "Bom Dia Rio"), mantengono il tripolarismo tra jazz, musica araba e musica da camera europea, in costante equilibrio tra composizione e improvvisazione; anche i passaggi scritti suonano, nelle intenzioni del compositore, come un flusso improvvisato continuo.
Il disco è sicuramente uno dei migliori lavori di etno-jazz contemporaneo, grazie al contributo di tutti i musicisti coinvolti e alla visione musicale lucida e coerente che ha sempre accompagnato Brahem nei suoi progetti. Caldamente raccomandato a chi ama la musica che va al di là delle classificazioni di genere e delle barriere culturali troppo spesso create artificialmente e arbitrariamente, espressione compiuta di una "world music" veramente globale e universale.
Il brano di apertura, "Opening Day," fissa subito le coordinate del lavoro, con gli strumenti che entrano uno alla volta per sostenere un tema swingante introdotto dall'oud. Il successivo "La Nuit" è più vicino alle atmosfere malinconiche e cameristiche di Souvenance, il precedente CD del musicista tunisino, ma la presenza della ritmica risospinge la musica verso territori più jazzistici. Anche i rimanenti brani, tutti composti da Brahem tra il 2011 e il 2017 ad eccezione di due titoli risalenti al 1990 ("Bahia," già inciso in precedenza su Madar, e "Bom Dia Rio"), mantengono il tripolarismo tra jazz, musica araba e musica da camera europea, in costante equilibrio tra composizione e improvvisazione; anche i passaggi scritti suonano, nelle intenzioni del compositore, come un flusso improvvisato continuo.
Il disco è sicuramente uno dei migliori lavori di etno-jazz contemporaneo, grazie al contributo di tutti i musicisti coinvolti e alla visione musicale lucida e coerente che ha sempre accompagnato Brahem nei suoi progetti. Caldamente raccomandato a chi ama la musica che va al di là delle classificazioni di genere e delle barriere culturali troppo spesso create artificialmente e arbitrariamente, espressione compiuta di una "world music" veramente globale e universale.
Track Listing
Opening Day; La Nuit; Blue Maqams; Bahia; La Passante; Bom Dia Rio; Persepoli's Mirage; The Recovered Road to Al-Sham; Unexpected Outcome.
Personnel
Anouar Brahem
oudAnouar Brahem: oud; Dave Holland: upright bass; Jack De Johnette: drums; Django Bates: piano.
Album information
Title: Blue Maqams | Year Released: 2017 | Record Label: ECM Records
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CD/LP/Track Review
Mario Calvitti
Blue Maqams
ECM Records
Rabih Abou-Khalil
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Django Bates
François Couturier