Home » Articoli » Album Review » Stefano Leonardi, Marco Colonna, Antonio Bertoni, Fridol...
Stefano Leonardi, Marco Colonna, Antonio Bertoni, Fridolin Blumer, Heinz Geisser: Aura
ByDi questo ampliamento timbrico, combinatorio e culturale, è spia il ventaglio di strumenti utilizzato da Leonardi, che rispetto al precedente lavoro (dove già accanto ai flauti canonici c'erano sulittu e launeddas) si avvale di altri insoliti aerofoni di natura etnica, come il dilli kaval, tradizionale flauto popolare dell'Azerbaigian, e il bass xun, flauto di terracotta di antica origine cinese. Si approfondisce pure la densità empatica della musica, il tutto connotato in un contesto originale, dove si trovano inedite soluzioni e stimoli inconsueti. Anche attraverso il lavoro di gruppo, si aprono nuovi scenari alla libertà e all'esplorazione.
Dall'ammirabile coesione del quintetto emerge la forza delle singole voci, sempre ben riconoscibili e contestualizzate nelle trame di una musica densa ma tracciata con nitido cesello. I clarinetti e il sax sopranino di Marco Colonna ne rappresentano uno dei segni imprescindibili, accanto al leader, per la varietà di ispirazione e la costante sintonia. È lo stesso clarinetto basso di Colonna che caratterizza lo svolgimento di "Astral Garden," il brano che in contrasto al primo, guizzante, sovracuto volo del flauto sulittu in "Kite," immette nel clima pregnante del lavoro.
Qui si esplora già l'atmosfera diffusa dell'album, con il contrasto tra i registri gravi, saggi di Colonna, i suoi disegni assorti, e il tenero, saltellante canto ornitologico del flauto in legno di sambuco. Con il tessuto connettivo della ritmica, che traccia un fondale cupo e avvolgente. Il passaggio al sopranino in "Breath" segna l'irruzione di un'atmosfera più concitata, con le ondate energetiche magistralmente gestite verso un epilogo rilassato. Il flauto globulare cinese, con i suoi timbri ancestrali ed evocativi, fa apparizione in "Clay," dove l'abbinamento con il clarinetto ribalta i ruoli espressivi dell'opposizione quiete/impeto.
Ma è in "Sand Shapes" che la musica del quintetto giunge a una massima intensità. C'è sempre lo strumento globulare cinese, con un incipit che sembra voglia citare il tema di "Aranjuez," a dettare un clima di fondo, in dialogo con il clarinetto basso, stavolta su un'osmosi che va intensificandosi nel corso del brano. Sintonia che è assecondata dal lavoro degli altri tre musicisti: il violoncellista Antonio Bertoni, concentrato su un efficace utilizzo timbrico/espressivo dello strumento; il contrabbassista Fridolin Blumer e il batterista Heinz Geisser, coppia ritmica di compatta varietà.
Gli ultimi quattro brani del lavoro ne confermano l'ampia gamma espressiva e d'ispirazione, dal cadenzato "Pulse" all'enigmatico "Threads," dove compare (come in "Requiem") quella parte di launeddas chiamata mancosedda. La musica dell'album è totalmente improvvisata e questi sono senza dubbio musicisti che sanno condurre il discorso collettivo con attenzione e accorta esperienza. L'empatia è costante e profonda. L'evocazione di atmosfere etniche è ricca e originale, si mescola alla freschezza di un free senza manierismi.
Track Listing
Kite; Astral Garden; Breath; Clay; Whirlwind; Sand Shapes; Pulse; Requiem; Threads; Afterglow.
Personnel
Additional Instrumentation
Stefano Leonardi: piccolo, sulittu, dilli kaval, bass xun, launeddas (mancosedda); Marco Colonna: bass clarinet; sopranino sax; Antonio Bertoni: guembri; Fridolin Blumer: double bass; Heinz Geisser: waterphone.
Album information
Title: Aura | Year Released: 2020 | Record Label: Leo Records
Comments
Tags
Stefano Leonardi
Album Review
Giuseppe Segala
Aura
Leo Records
Marco Colonna
Antonio Bertoni
Fridolin Blumer
Heinz Geisser