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An Evening with ECM al Ravello Festival

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An Evening with ECM
Ravello Festival
Belvedere di Villa Rufolo
Ravello
21.7.2018

Serata d'eccezione al Ravello Festival di quest'anno che ha ospitato nella straordinaria scenografia del Belvedere di Villa Rufolo an Evening with ECM una produzione speciale che ha coinvolto il trio Theo Bleckmann, Stefano Battaglia, Michele Rabbia e un'esclusiva italiana del pianista e compositore Django Bates e il suo trio Belovèd.

La prima parte del concerto ha accolto il progetto speciale diretto dal vocalist Theo Bleckmann che ha proposto l'opera poetica "Four Quartets" del poeta T. E. Eliot in un reading accompagnato dal pianista Stefano Battaglia e dal percussionista Michele Rabbia. Complessi, per alcuni anche controversi, data la loro vena misticheggiante frutto di una lunga gestazione e continua rielaborazione, i quattro poemi/quartetti sono stati scritti in piena seconda guerra mondiale e rappresentano uno dei momenti più drammatici della riflessione poetica di Eliot su vita e morte, tempo, universo, divino.

Musicali fin dalla loro genesi, nella trasposizione musicale proposta da Bleckmann i versi si rarefanno in un alternarsi di parole (o loro frammenti, sillabe, consonanti, singole vocali), lunghe frasi musicali, silenzi. Improvvisazione e scrittura non hanno soluzione di continuità in un progetto complesso e per molti aspetti ancora aperto a future modifiche (con più effetti ed elettronica?).

Battaglia e Rabbia accompagnano egregiamente Bleckmann in questa esplorazione della voce che, pur sembrando un'opera da calibrare in certi passaggi, è certamente colma di spunti e perfetta nella dimensione dialogica di questo trio. Rabbia danza a ritmo sincopato nelle pause di Bleckmann; si fa materia e pulviscolo all'occasione; è una venatura iridescente e cangiante che immette linfa creativa al progetto. Battaglia si amalgama completamente a Bleckmann. Raramente in fuga; perfetto gregario; espande e riduce la materia poetica, offrendo alla voce sempre il giusto accompagnamento.

Se andrà forse limata, ridotta, (r)affinata per il formato ECM, nella versione "vergine," ascoltata nell'incredibile scenografia geografica e acustica di Ravello, quest'opera poetica nella sua moderna riproposizione jazzistica ha un effetto effimero, straordinario e potente che speriamo venga preservato nella futura registrazione.

Il trio Belovèd del pianista e compositore inglese Django Bates ha animato la seconda parte del concerto con riscritture o rivisitazioni (in stile ECM) di pezzi di Charlie Parker, in parte tratte dal recente The Study of Touch. Non era facile presentarsi in scena dopo Bleckmann e Eliot, ma Bates ha affrontato la sfida con vivacità e leggerezza, virando (con un po' di vento in poppa della mezzanotte) verso tutt'altre sonorità.

La musica del trio Belovèd è un controtempo jazzistico di piano-contrabbasso-batteria che pur affondando le radici nel passato è caratterizzato da una grande modernità. Parker, si sa, è la quint'essenza del jazz, è vita, troppa vita, è ritmo, è sincope, è la premessa del free. Ma Bates non replica e non adatta. Ne usa l'ossatura, il tocco, l'idea, l'allusione, per farne qualcosa d'altro, anche abissalmente diverso.

Ne scaturisce un jazz vitale, fresco, apparentemente facile, ma molto complesso nella sua architettura. Il trio Belovèd è una perfetta incarnazione dello spirito ECM in versione jazz e forse anche il perfetto contrappunto alla prima parte del concerto.

Serata intensa, dunque, che aveva l'ambizione di unire due linee di ricerca dell'etichetta tedesca, fluttuanti tra jazz e musica contemporanea di ricerca, improvvisazione e composizione, e che ha alternato con estrema gradevolezza atmosfere di sospensione e lampi di dinamismo.

Serata pari alle aspettative, nella forma e nella sostanza, incastonata in un festival diretto da Maria Pia De Vito che è senz'altro una delle realtà musicali estive campane più interessanti del momento.

Foto: Pino Izzo.

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