Natsuki Tamura, Satoko Fujii, Ramon Lopez: Yama Kawa Umi

Il batterista franco-spagnolo Ramón López, uno dei più personali della scena avant, specificatamente in quel suo approccio che definiremmo "tellurico" all'elemento percussivo, senza per questo mai esondare, si inserisce—si innesta, meglio ancora—su un duo d'arte e di vita largamente collaudato come quello formato da Satoko Fujii e Natsuki Tamura, generando un dialogo a tre voci decisamente sui generis, per la libertà che lo informa, a partire dal modo in cui vengono ribaltate le usuali gerarchie esistenti fra i tre strumenti posti a decantare assieme (non è un caso infrequente, del resto, lungo queste coordinate stilistiche).

Ogni segmento dei nove brani che compongono il disco, svarianti dai tre ai sette minuti, sembra avere una sua storia e una sua dimensione. Una sua dignità, in altre parole, quindi da assaporare e considerare autonomamente, anche se poi, alla fine, è il prodotto globale che viene a determinarsi a far quadrare i conti, tra grumosità accarezzate più che asserite (si può, sì) e vaporosità assortite, attese e urgenze, collettivismo e soliloquio.

Ciò che ne scaturisce è un album in cui non ci si annoia di certo, composto da cinque brani della pianista, tre del trombettista e uno, l'ultimo, del batterista, per un totale di poco meno di tre quarti d'ora di musica eterodiretta quanto coerente nel suo insieme. Incisione del novembre 2023.

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