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Exploding Star Orchestra: We Are from Somewhere Else

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Exploding Star Orchestra: We Are from Somewhere Else
Per potere vivere davvero su una stella che esplode, bisogna esplorarla a fondo e negli ultimi anni Rob Mazurek lo sta facendo con una curiosità e un'energia creativa davvero singolari, infilando il suono acuminato della propria cornetta nelle fessure tra i mondi e aprendone i meccanismi in un'esplosione di colori e suoni davvero straordinaria.

Così, dopo avere spostato a sud, in Brasile, l'asse delle proprie geometrie "underground" - e il progetto Sao Paulo Underground è stato tra le cose più belle dello scorso anno - è adesso la volta del lungo lavoro con l'Exploding Star Orchestra, che trova la forma discografica a due anni dal debutto commissionato dal Chicago Cultural Center.

Due anni di intenso lavoro, di sedimentazioni, nelle quali convergono molteplici influenze e suggestioni, da Sun Ra a Stan Brackhage, dalla fantascienza al minimalismo, perché Mazurek ha compreso che per spingere davvero "oltre" un lavoro orchestrale bisogna dotarlo di propulsione extraterrestre.

Con lui in questa straordinaria formazione troviamo quanto di meglio la Chicago di questi anni ha saputo offrire, sia in ambito jazz che in quello rock: ecco quindi il trombone - di cui mai tesseremo troppo le lodi, è un fenomeno! - di Jeb Bishop, il flauto di Nicole Mitchell, il flicorno di Corey Wilkes [che a nemmeno trent'anni è già nell'Art Ensemble of Chicago e nei gruppi di Roscoe Mitchell], ma anche il piano di Jim Baker e ancora "pezzi" di Tortoise come Jeff Parker, John McIntyre o John Herndon.

Questa incredibile "mazurkestra" è un organismo mutante e pulsante, capace di insinuarsi nella complessa struttura narrativa che sta alla base della musica del cornettista, una muta di androidi il cui volto prende di volta in volta le sembianze di classica big-band, di meccanismo cosmico, di funk ipnotico, tropicalista da Saturno e danzatore d'avanguardia, chirurgia exotica e long-drink all'elio.

Due suite - intervallate da un breve momento pianistico affidato a Jim Baker - costituiscono la struttura del disco: due lunghe costruzioni sonore che muovono da uno script dello stesso Mazurek, storie che parlano di anguille elettriche, stelle che esplodono, rinascite sotto altre forme. Detta così, la cosa suona un po' camp, ma non appena si infila il dischetto nel lettore [o le cuffiette bianche nelle orecchie, per i lettori più a la page] si apre un universo fatato .

"Sting Ray And The Beginning Of The World" parte con un vamp micidiale, terreno di conquista per i solisti più ardimentosi, ipnosi da colonna sonora, e si trasforma poi in una specie di anello zappiano attraversato da bagliori elettrici prima del grande tuffo. Il grande tuffo è quello nella vasca della anguille elettriche, registrate in Brasile appositamente da Mazurek e il cui suono alieno viene seguito con inquietante adesione dal sintetizzatore. La suite si chiude poi con una seducente ragnatela di vibrafono su cui dapprima la Mitchell - deliziosa al flauto - poi Jeff Parker volano in una nuvola iridescente.

La seconda suite, "Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers", nasce con il suono di un temporale amazzonico da cui sgorga una improvvisazione collettiva che se ha nobili antenati, riesce comunque a muoversi con freschezza e autonomia per poi sciogliersi in un'iterazione di sapore minimalista davvero irresistibile. La terza parte della suite, in tre quarti, riecheggia mood classici ed è un magma da cui non è facile sfuggire. L'ancora di salvataggio è la fulminea - pochi secondi - "15 Ways Towards a Finite Universe" che traghetta l'ascoltatore verso la pace quasi estatica della parte conclusiva, anche questa guidata dal flauto della Mitchell.

Un viaggio fatato attraverso l'esplosione di una stella e la sua cosmica rinascita, fuor di metafora un fondamentale momento di passaggio per la musica di Mazurek, che si rivela splendido architetto di forme estese e di organici ampi, scegliendo una strada apparentemente semplice [idee iterate, vamp, dilatazioni estatiche] ma trovando invece in essa le coordinate per permettere a ogni dettaglio di farsi svelare.

Un disco bellissimo e probabilmente una tappa di rilievo nella carriera del musicista dell'Illinois, così come nel panorama del jazz contemporaneo.

Track Listing

01. String Ray And The Beginning Of Time (Part 1); 02. String Ray And The Beginning Of Time (Part 2); 03. String Ray And The Beginning Of Time (Part 3) (Psycho-Tropic Electric Dream); 04. String Ray And The Beginning Of Time (Part 4); 05. Black Sun; 06. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers (Part 1); 07. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers (Part 2); 08. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers (Part 3); 09. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers (Part 4) (Fifteen Ways Toward A Finite Universe); 10. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers (Part 5).

Personnel

Rob Mazurek
trumpet

Rob Mazurek (direzione, cornetta, elettronica); Nicole Mitchell (flauto, voce); Jeb Bishop (trombone); Corey Wilkes (flicorno); Josh Berman (cornetta); Matt Bauder (clarinetto basso, sax tenore); Jeff Parker (chitarra); Jim Baker (piano, tastiere); Jason Adasiewicz (vibrafono); Matt Lux (basso elettrico); Jason Ajemian (contrabbasso); Mike Reed, John Herndon, John McEntire (batteria, percussioni)

Album information

Title: We Are from Somewhere Else | Year Released: 2007 | Record Label: Thrill Jockey


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