Cristina Zavalloni - Andrea Rebaudengo: Tilim-bom

Per prima cosa, la scelta sapiente dei brani, brevissimi, per voce e piano, premia il fatto di addentrarsi in un repertorio raro e poco praticato, nonché tecnicamente complesso e originale. In secondo luogo, la mescola delle melodie scelte, che fonde pezzi del cosiddetto periodo russo di Stravinsky a pezzi di Milhaud della tradizione ebraica su testo francese, delinea un’atmosfera del tutto particolare, intima e venata di una sorta di lirismo spirituale, che la Zavalloni interpreta egregiamente e con la giusta, misurata, enfasi.

Il risultato è davvero un bel lavoro. Intrigante all’ascolto, delicato (e dedicato a tutto ciò che è piccolo e prezioso), ottimamente eseguito e interpretato. Scorre veloce, ma non scivola via, anzi si incaglia in sentimenti sottilissimi e profondi, sfumando in un misterioso “Hotel” di Francis Poulenc.

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