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The Summer Rocks [And Pops]!

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Breve guida per un'estate 2006 a tutto rock [indie, pop, classico, digitale, strano...], tra novità e qualche tuffo nel passato...

Ad aprire le danze in questa nostra guida per un'estate 2006 a tutto rock sono i Mojave 3, con il loro Puzzles Like You [4AD - distr. Self/Sping-Go], disco leggero e pieno di quelle melodie contagiose che sono l'essenza stessa della bella stagione. Quartetto dalla felice vena melodica, in bilico tra cantautorato acustico di matrice classica e frizzanti divagazioni pop-rock, i Mojave 3 inseriscono la spina e ci invitano a sorridere muovendo irresistibilmente gambe e fianchi con ballate serrate come l'iniziale "Truck Driving Man" o "Breaking The Ice". I pregi di questi dischi coincidono quasi sempre con i loro difetti [è una delle contraddizioni del pop]: le canzoni sembra di averle sempre sentite, da cui un caldo senso di familiarità, ma volendo anche di ripetitività; le melodie entrano subito in testa, ma altrettanto facilmente se ne escono. Non mancano momenti più intimisti come "Most Days", ma il clima leggero prende preso il sopravvento e rende questo disco come un amore estivo: ci muori dietro per un paio di settimane, questo autunno magari non lo ricorderai più. O magari sì, con un po' di nostalgia.

Leggero e sensuale - le sonorità sono qui decisamente più elettroniche - è anche Life, Love & Gossip [Kwerk - distr. Family Affair] di Rachael Calladine. Dietro le quinte c'è Geoff Wilkinson degli US3, che conferisce alla musica quel tocco morbido e jazzato sopra beat sempre calibrati. La voce della Calladine si inserisce nel solco di un r&b contemporaneo, fruibile in ogni angolo del pianeta, dall'aggressività ritmica velata ["Aint' Got Enough Love"] e pronto a aprirsi in sognanti cori. Nulla di speciale, ma dato che prodotti analoghi assai più scontati trovano largo seguito nel pubblico generalista, anche la lievità della Calladine merita di essere segnalata.

Altra voce femminile, quella di Cortney Tidwell, di cui segnaliamo volentieri il minialbum di debutto che porta il suo stesso nome, Cortney Tidwell [Ever - distr. Audioglobe], impreziosito da atmosfere oniriche che avvolgono scheletri digitali. Originaria di un luogo simbolo della musica americana come Nashville, la Tidwell incorpora nella propria musica le traiettorie dell'indie-rock più immediato e linee vocali sognanti in cui si specchiano infanzia e disillusione. Per le serate appena fruscianti di pioggia, o camminando lungo un sentiero, un debutto interessante.

Il rapporto tra femminile e maschile è invece al centro del doppio disco di Jarboe: per The Men Album [Atavistic - distr. Wide] la ex-Swans, vera e propria icona del rock gotico e ombroso, ha raccolto un numero consistente di ospiti di sesso maschile, da Foetus a Blixa Bargeld, da Mika Vainio a Alan Sparhawk, dividendo il lavoro in due dischi, rispettivamente "guitars" e "rhythms".

Sei anni di fatiche, la non semplice esplorazione dell'identità femminile vista anche dalle prospettive maschili, il disco alterna momenti riflessivi ad altri più sperimentali, "ruba" ai Kiss la bella "Reason To Live" e con la voce ammantata di tenebre svela le proprie inquietudini. Probabilmente un maggiore editing avrebbe giovato, ma i fans di Jarboe non dovrebbero avere di che lamentarsi!

Vale decisamente la pena di riscoprire Lori Burton e il suo disco del 1967 Breakout [Rev-Ola - distr. Goodfellas]: autrice, insieme a Pam Sawyer, di diversi successi pop per artisti come LaBelle o i Young Rascals, la Burton possiede anche una voce efficacissima e ancora oggi attuale, che lancia in canzoni che si rifanno chiaramente ai girl-groups e alle produzioni del mitico Phil Spector. L'iniziale, classica, "Nightmare", ma anche le altre tracce del disco ci restituiscono un'interprete e una autrice pop che non va dimenticata! Classico da avere!

In tema di ristampe rock segnaliamo rapidamente agli amanti del genere anche Crawdaddy Simone [RPM - distr. Goodfellas] che raccoglie una splendida scelta di brani prodotti dal leggendario Joe Meek. Gruppi come The Syndicats, The Puppets o The Blue Rondos, il loro beat irresistibile, ci riportano indietro nel tempo e sono la testimonianza [non ce ne sarebbe ovviamente bisogno] della bravura di Meek come produttore. "Get Rich Quick! - The Birth Of A Legend 1951-1954" [Rev-Ola - distr. Goodfellas] è invece una ricca antologia che ci presenta Little Richard agli inizi della folgorante carriera. R&b contagioso, la voce giovane, il pianista che sta crescendo [lo si ascolta anche come accompagnatore di Christine Kittrell], uno splendido documento di quegli anni di formazione del signor Richard Penniman. Grandi successi lo aspettavano!

Ci spostiamo sul versante post-rock con un'uscita che certamente farà venire l'acquolina in bocca ai tanti appassionati [orfani?] di quel sogno di fine millennio: si tratta di un box composto da tre CD e un DVD che ripercorre attraverso singoli, rarità, remix, la carriera dei Tortoise. Tante le cose preziose contenute in questo A Lazarus Taxon [Thrill Jockey - distr. Wide], termine che - non senza ironia - sta a significare una specie estinta e che ricompare sotto forma di fossile. In particolare il terzo CD ripropone per intero un disco da tempo fuori catalogo come Rhythms, Resolutions And Clusters del 1995 e il dvd contiene video e rarità dal vivo. Ma ci sono anche preziosi remix [quello di Nobukazu Takemura su TNT o quelli della stessa band], bonus tracks e tante altre gemme per una band che, se negli ultimi anni ha perso un po' di smalto, rimane certamente uno dei nomi che non si dimenticheranno degli anni Novanta.

È invece tutto nuovo di disco di David Pajo - ex Slint e Aerial M - intitolato semplicemente 1968 [Drag City - distr. Wide]: qui il chitarrista si scopre sentimentale e legato alle "forme", siano esse la ballata rock di "Who's That Knocking", le leggerezze pop di "Foolish King" [che sembra piovuta dal repertorio dell'Aluminum Group] o la solenne cavalcata di "We Get Along, Mostly". C'è blues, cantautorato desertico, grande immediatezza e molto altro, nelle dieci canzoni di questo 1968, che se non aggiunge molto di nuovo, certamente è rock fino al midollo!

Per chi è in cerca di sonorità un po' diverse segnaliamo il nuovo lavoro dei Clogs, Lantern [Talitres Records - distr. Wide]. Uscito qualche mese fa, questo disco del quartetto statunitense - che nell'organico vede Bryce Dessner e Padma Newsome dei National - è un delicato affresco senza parole, affidato alla delicatezza di archi, oboe, melodica, oltre alla spinta della chitarra e delle percussioni. Una musica dagli accenti fortemente romantici, che attinge dal minimalismo così come dalle tradizioni folkloriche, seguendo linee narrative che si intrecciano progressivamente. Per sognatori!

Al folk sono legati a doppio filo anche Faun Fables, come dimostra The Transit Rider [Drag City - distr. Wide], il suo quarto disco dedicato alla metropolitana e a tutta la rete sotterranea di New York. La scrittura di Dawn McCarthy - qui affiancata anche da Nils Frykdahl - si muove tra trasparenze acustiche, arie antiche, diventa a tratti sbilenca per mostrarci linee invisibili che trapassano le musiche popolari [viene riletta la tradizionale "House Carpenter"], scoppietta all'improvviso di percussioni, sorride sui passi di una vecchia giga e si accomiata dentro il bozzolo della poesia. Ideale per un'estate in campagna.

Sul versante italiano, piace segnalare Eclipse [Psychotica Records - distr. Wide] dei Comfort, quartetto che sta maturando uno stile esclusivamente strumentale ricco di dettagli, che si rifà in parte alle trame del rock più complesso degli anni Settanta [non a caso hanno partecipato con un medley di due brani ad un tributo ai King Crimson], trovando però nell'asciuttezza dei suoni e nell'elettronica - decisiva qui la collaborazione di Roger Seibel - un'interessante chiave di risoluzione di alcuni problemi formali. Certamente la band deve ancora focalizzare al meglio le strategie per un'efficacia comunicativa che ogni tanto si smarrisce nella contemplazione della narrazione strumentale, ma gli auspici sono più che buoni.

È un tributo molto sentito, quello dedicato da un manipolo di artisti jazz-rock [ma non solo] alla musica di Donald Fagen e dei suoi Steely Dan, tra le band più eleganti, veri maestri di un rock "adulto" in cui confluiscono le raffinatezze del jazz e l'immediatezza della forma canzone. Data la quantità di splendide canzoni, si sono con facilità riempiti due CD di questo Maestros of Cool - A Tribute to Steely Dan [Esc - distr. Family Affair] e le interpretazioni sono davvero varie, da quelle più rispettose e ammantante di sonorità fusion all'intimismo di Debbie Deane, esplodendo nel trionfo di fiati di "37 Hours" rifatta dai Raw Stylus in compagnia di Bernard Purdie alla batteria e dello stesso Fagen al sintetizzatore. Ma c'è anche spazio per il jazz elettronico di Bill Ware, quello più funk di Don Braden nella mitica "Kid Charlemagne" e molto altro, per due dischi che testimoniano il grande rispetto e affetto che i musicisti portano a Fagen e soci.

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