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Ivo Perelman - Matthew Shipp - Whit Dickey: The Clairvoyant
ByAbbiamo visto così la pubblicazione dello splendido The Hour of the Stars, in quartetto a nome del sassofonista brasiliano, con Joe Morris al contrabbasso e Gerald Cleaver alla batteria, cui sono seguiti una serie di dischi che propongono diversi dosaggi in trio, di cui tre ruotano attorno alla coppia Perelman-Shipp.
Tra questi, senza dubbio di alto interesse è The Clairvoyant, che mette in scena un atipico trio con sax tenore, piano e batteria, sulla scia del precedente The Foreign Legion, dove alla batteria sedeva però Gerald Cleaver in luogo di Whit Dickey. Dunque ogni episodio di registrazione cambia una delle parti e questo fa sì che ogni disco sia leggibile anche nello stretto rapporto dialettico con gli altri. Nelle note di copertina, Matthew Shipp espone il proprio punto di vista sulle ragioni della riuscita di questo organico, dicendo che è quello da lui preferito nella collaborazione con Perelman: "Suonare senza il contrabbasso ci obbliga a scavare in profondità e con coerenza, per sviluppare una forma dell'ensemble".
Aggiungiamo che Dickey è batterista di lunga collaborazione con Shipp, in particolare nel fortissimo quartetto di David S. Ware. Uno strumentista in grado di disegnare figure poliritmiche con la precisione di uno stampatore, di agire con forza plastica nell'integrazione degli elementi del drum set, intrecciando magistralmente contrasti dinamici e timbrici. Cosa che stimola al massimo grado i due campioni dell'improvvisazione, palesemente felici di gettarsi nell'avventura. Tali condizioni fanno sì che questo sia un disco di alta sintonia, in cui la tridimensionalità strumentale assume una serie di forme ben riuscite, trasparenti, e di dosaggi in costante trasformazione.
È probabile che lo stesso titolo del CD sia stato mutuato dalla recensione di Troy Collins, sull'edizione statunitense di AllAboutJazz, The Foreign Legion, che a proposito del disco precedente con Cleaver alla batteria paragonava la sintonia profonda tra Perelman e Shipp a una vera e propria "chiroveggenza". Anche nel caso di questo disco il livello di empatia è sorprendente. In alcuni episodi, come nell'esordio del primo brano, sembrano rimandare per freschezza e relax a quello stato di intuizione, astrazione e digressione messo in scena da Lennie Tristano e dai suoi illustri allievi nel 1949.
Le costruzioni dei tre musicisti rappresentano alcuni tra gli esempi migliori di composizione istantanea, sia nel caso che perseguano la concordanza espressiva e il reciproco completamento, come in "Ritual" e "The Expedients of a Primitive Being," sia che lavorino sul contrasto, come fanno in modo esemplare in "Torture and Glory," uno dei punti più alti del disco, dove la figura statica, ripetitiva del piano si stratifica con le turbolenze di sax e batteria. Sia che lavorino su una formidabile rarefazione geometrica, dalla precisione cubista, o che si addentrino nella più fitta e ribollente densità espressiva.
Un grande lavoro.
Track Listing
01. The Clairvoyant; 02. Ritual; 03. Torture and Glory; 04. A Mere Speck of Dust; 05. State of Grace; 06. Silken Threads; 07. The Expedients of a Primitive Being; 08. Fear of Eternity. Tutti i brani sono di Perelman, Shipp, Dickey.
Personnel
Ivo Perelman
saxophone, tenorIvo Perelman (sax tenore); Matthew Shipp (pianoforte); Whit Dickey (batteria).
Album information
Title: The Clairvoyant | Year Released: 2013 | Record Label: Leo Records
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About Ivo Perelman
Instrument: Saxophone, tenor
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