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Testimoni del '68: Isio Saba

Un flash-back sul '68, a distanza di oltre quarant'anni, è un'impresa ardua, e dalla memoria saltano fuori solo alcuni episodi di quel periodo.

Ero da qualche anno a Roma, lavoravo ai Telefoni di Stato come centralinista notturno in Via delle Vergini, di fronte al teatro Quirino, abitavo in Via in Arcione, il mio mondo ruotava tutto intorno a Fontana di Trevi, quando riuscivo andavo all'Università, e davo qualche esame. I miei interessi erano il Comitato di Base e le battaglie sindacali nel mio posto di lavoro.

Le ragazze che incontravo al lavoro e che si liberavano proprio per via del '68, le gite all'Amiata a sciare con dei colleghi, dopo i turni di notte...!

Trovavo il tempo per andare al cinema, a teatro, in qualche Club, specie al Folkstudio di Via Garibaldi, con mio cugino Silvano e Alessandro Haber coi quali dividevo le serate ed i pochi soldi disponibili.

Marcello Melis abitava di fronte: l'estrazione comune sarda e incontrarsi al bar furono legame per conoscere Mario Schiano, il jazz che ruotava al Folkstudio. Andare oltre i cantanti politici come Ivan Della Mea, Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli, Rosa Balistreri, ed altri, il passo successivo.

Così come "Bella Ciao" e "Ci Ragiono e Canto" di Dario Fo erano il legame tra la canzone e la Politica, il jazz, specialmente quello improvvisato, mi fu presentato da Marcello e Mario, da Enrico Rava e Franco d'Andrea nei concerti da "Meo Patacca".

E poi ancora il Gato Barbieri del Folkstudio, già suonava "The Third World"..., mi piaceva ed entusiamava, non m'accorgevo quanto il mondo stava cambiando, quanto m'avrebbe influenzato negli interessi socio-culturali, nel lavoro, nelle scelte di vita.

Poi vennero Steve Lacy, Don Cherry, il concerto di Elvin Jones alle "Acciaierie" di Terni, il mio Mondo stava veramente cambiando ed ancora l'immenso Charlie Mingus...! Il mio '68 si concludeva, almeno inizialmente, all'inizio degli anni '70, quando dall'interesse giovanile per la musica stavo passando ad una scelta di vita, di lavoro.

Forse il '68 ha coinciso con il passaggio dalla gioventù alla responsabilità, una mutazione che ha avuto bisogno di diversi anni per arrivare a compimento, un passaggio vissuto giorno per giorno come un fatto normale, così come normali sono sembrati altri cambiamenti che hanno inciso nella vita, come il jazz che spesso cambia, e pochi se ne accorgono.

Foto di Andrea Buccella.

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