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"Tender Warrior": un libro ed un cd per ricordare il genio di Eric Dolphy

Caratterizzato da una progettualità coraggiosa, il festival di S. Anna Arresi si pone in controtendenza rispetto a molte programmazioni concertistiche estive di jazz, che antepongono alla qualità la spasmodica ricerca delle star di turno.

L’edizione del 2004 era dedicata al genio di Eric Dolphy, omaggiato trasversalmente attraverso varie iniziative: il linguaggio più strettamente musicale (i concerti); un convegno che ha ospitato musicologici di fama mondiale sotto il coordinamento di Francesco Martinelli ed una mostra pittorica curata da Alessandro Curadi. Il tutto per (ri)sottolineare l’influenza fondamentale esercitata dalla scrittura dolphiana sul jazz d’oggi.

Per la gioia dei jazzofili più colti, è ora la volta di un libro e un disco, attraverso cui poter riassaporare lo spirito dell’iniziativa, volta a rievocare le innumerevoli sfaccettature del “Tender Warrior”. Prodotta dall’Associazione culturale Punta Giara, la pubblicazione cartacea è quanto mai interessante sia per gli addetti ai lavori che per il pubblico più vasto. Un assunto lungimirante la informa dall’inizio alla fine: è il superamento di una concezione positivistica della storia del jazz vista come meccanico avvicendamento di stili, che porta in genere critica e pubblico a reificare gli artisti di oggi, a discapito dei loro modelli.

Notevoli, sul piano della ricostruzione storico musicologica, sono gli interventi di Graham Connah e Claudio Sessa, volti a tratteggiare la storia artistica del polistrumentista statunitense e del suo rapporto con le avanguardie storiche. Altri ancora sono i motivi d’interesse di questo bel libro, che include le testimonianze di musicisti che hanno suonato nel corso del festival ed una esaustiva discografia del musicista sia come leader che come sideman.

Aa.Vv.

Dedicated to Eric Dolphy

Sant'Anna Arresi Jazz

(2006 - distr. I.R.D.)

Valutazione: * * * 1/2 stelle

Il disco si apre con l’esibizione dei Red Placet, in cui si sono maggiormente messi in evidenza i due sassofonisti Alberto Mariani e Fabrizio Oppedisano. Ben condotto è il loro accostamento tra le launeddas sarde con la strumentazione mediorientale, per rimandare simbolicamente all’ecumenismo musicale dolphiano ed alla sua voglia di rompere le barriere precostituite.

Per quel che riguarda la presenza di alcuni tra i principali protagonisti del jazz d’avanguardia contemporaneo, la loro creatività è tale e tanta da esprimere al meglio alcune delle caratteristiche più peculiari del Nostro: il polistrumentismo, la specificità di una pratica bifronte, che rinnovava la lezione delle più classiche armonie alla luce di una condotta ritmica avanzata, oggi divenuta moneta corrente del miglior jazz; la predilezione per un linguaggio a tutto campo, in cui hanno terreno di cittadinanza polisemici codici d’espressione, sia all’interno che all’esterno del jazz.

Emblematica è in tal senso la convincente prova del gruppo bolognese Eric’s Dolphy Memorial Barbecue e di quello milanese Nexus, quest’ultima guidata congiuntamente dal batterista Tiziano Tononi ed il sassofonista Daniele Cavallanti. Complementari sul piano espressivo, i due gruppi esemplificano al meglio l’arditezza ed il ripiegarsi dolphiano entro l’alveo della tradizione, richiamata attraverso l’arte della citazione e dell’interpolazione istantanea.

L’improvvisazione elevata a regola d’arte: è questo il terreno privilegiato in cui si sono confrontati il talento di Tim Berne ed Umberto Petrin e soprattutto tra Matthew Shipp e David S. Ware, cui si devono i momenti migliori del festival. Una vera e propria perla chiude questo bel disco, di cui se ne consiglia l’acquisto: si tratta di un brano inedito del ’64, dalla struttura classica (aaba), suonato da Dolphy in 5/4 insieme a ad una formazione estesa di ben 12 elementi.

Elenco dei brani:

01. Coltrane on Launeddas - 9:53; 02. Serene - 8:24; 03.Vertical Invaders/Jitteburg Waltz/245/Lotsa Potsa - 24:50; 04. Two For Eric - 4:55; 05. Out To Lunch/Out There - 10:47; 06. Strength And Unity - 9:59.

Elenco dei musicisti:

Red Placet nel brano n. 1: Alberto Mariani, Fabrizio Oppedisano (sax, launeddas); Theodosii Spassov (kaval, voce); Haigh Yazdjian (oud, voce); Kostas Theodorou (clarinetto basso, tablas, chitarra); Izzet Kizil (darburka); Tim Berne (sax alto) e Umberto Petrin (pianoforte) nel brano n. 2; Nexus nel brano n. 3: Daniele Cavallanti, Achille Succi (sax); Beppe Caruso (trombone); Roberto Cecchetto (chitarra); Tito Mangialajo (contrabbasso); Tiaziano Tononi (batteria); Matthew Shipp (pianoforte) e David S. Ware (sax) nel brano n. 4; Eric Dolphy’s Memorial Barbecue nel brano n. 5: Antonio Borghini (contrabbasso, arrangiamenti); Edoardo Maraffa (sax tenore); Enrico Sartori (sax alto); Pasquale Mirra (vibrafono); Domenico Caliri (chitarra elettrica); Cristian Calcagnile (batteria); relativamente al brano n. 6: Eric Dolphy (flauto, clarinetto basso, sax alto); Bob James (pianoforte); Ron Brooks (contrabbasso); Bob Pozar (batteria); non individuati i corni inglesi.

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