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Marc Ribot: Silent Movies
ByNiente di più approssimativo e lontano dalla realtà: Silent Movies è un'opera perfettamente coerente, l'esito più entusiasmante di quel percorso di riscrittura della grammatica delle sei corde che da un bel pezzo ormai sta al centro della galassia poetica dell'artista.
Un percorso che è anche un ripensamento delle coordinate entro le quali si muove l'arte di Ribot. Basti pensare all'infatuazione per Giacinto Scelsi, fattasi carne nell'enigmatico Scelsi Morning, uscito su Tzadik nel 2003. Oppure alla frequentazione assidua del repertorio di John Cage, proposto puntualmente nelle esibizioni solitarie. E ancora al sottovalutatissimo Excercises in Futility, pubblicato sempre dalla Tzadik nel 2008. Un disco che è una pietra angolare del Ribot degli anni Duemila, una serie di austere meditazioni sulle possibilità timbriche della chitarra, folgoranti astrazioni che illuminano un universo interiore fatto di attenzione ai dettagli e al silenzio, al suono e al non-suono, un anti-virtuosismo nel quale si procede per sottrazione, levando il superfluo e puntando dritti al cuore della musica.
Ecco, Silent Movies riparte da Scelsi e da Cage, almeno idealmente, ma soprattutto dalla futilità degli esercizi di cui sopra. Lo spunto lo offrono tredici composizioni scritte per accompagnare una manciata di film: alcuni girati per davvero [come The Kid di Chaplin o El General di Natalia Almada], altri immaginari [ma poi nemmeno tanto se si pensa a titoli come "Solaris" o "Sous le ciel de Paris"].
I due fantasmagorici minuti di "Variation 1" dettano fin da subito il mood del disco. La chitarra fluttua in un silenzio assordante, alle prese con un arpeggio scheletrico di rara intensità. Dolcissima la successiva "Delancy Waltz," un 3/4 malinconico da fin de siècle. "Empty" è invece una ballad ridotta ai minimi termini che vive di esitazioni e palpiti. Sorprendente "Natalia in E Major," introdotta da una serie di feedback sornioni che sfociano in un acquarello insopportabilmente romantico. Più astratta "Solaris," mentre "Fat Man Blues" ci riporta al Ribot più sanguigno. Da brividi i cinque minuti della trasognata "Bateau," una sorta di nenia carezzevole che filtra dalle nebbie di un passato immaginario. Finale degno di cotanto capolavoro con una "Sous le ciel de Paris" che commuove raccontando di città tristi e uomini pieni di speranze.
Lunga vita a Marc Ribot. E buona visione...
Track Listing
1. Variation 1 - 3:18; 2. Delancey Waltz - 5:19; 3. Flicker - 2:04; 4. Empty - 5:15; 5. Natalia in E Major - 3:47; 6. Solaris - 5:31; 7. Requiem for a Revolution - 4:47; 8. Fat Man Blues - 4:58; 9. Bateau - 4:05; 10. Radio - 8:30; 11. Postcard from N.Y. - 4:15; 12. The Kid - 6:46; 13. Sous le Ciel de Paris ( Hubert Giraud) - 6;46. Tutte le composizioni sono di Marc Ribot.
Personnel
Marc Ribot
guitarMarc Ribot (chitarra, vibrafono); Keefus Ciancia (soundscapes)
Album information
Title: Silent Movies | Year Released: 2010 | Record Label: Pi Recordings
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