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Santana - Hymns For Peace

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Santana

Santana - Hymns For Peace

Eagle Vision

(2007 - distr Edel)

Valutazione: 3,5 stelle

Il palco del Festival di Montreux è stato raramente più denso di musicisti rispetto alla serata del 15 luglio 2004 nella quale si è esibita la band di Carlos Santana accompagnata da una vera e propria miriade di ospiti. Musicisti coi quali Carlos ha delle ‘affinità’ come lui stesso dichiara. Si va da Chick Corea a Wayne Shorter, da Herbie Hancock a Ravi Coltrane, da John McLaughlin a Nile Rodgers, da Omar Hakim a Angelique Kidjo e a tanti altri. E non si deve dimenticare che la band del chitarrista era composta da ben dieci elementi che comprendevano, fra gli altri, i veterani Dennis Chambers alla batteria, Chester Thompson alle tastiere, Benny Rietveld al basso e Karl Perazzo alle percussioni.

Il concerto (denominato ufficialmente “Una serata di Canzoni per la Pace”) parte con una intensa “Afro Blue” scritta da Mongo Santamaria e portata al successo da John Coltrane. Un perfetto connubio per rappresentare l’anima latina e l'intensa passione per il jazz spirituale che sono certamente due delle chiavi migliori per mettere a fuoco la proposta artistica di Carlos Santana, un chitarrista che è esploso al Festival di Woodstock dell’agosto 1969, dopo anni di gavetta nel quartiere spagnolo di San Francisco ed è poi diventato una delle icone mondiali della musica rock melodica, caratterizzata da un forte senso di appartenenza alla cultura delle sue origini.

Il lungo concerto si sviluppa in due DVD pieni di musica che ruota attorno al rock ma non si lascia scappare l'occasione di farsi un giro di pista con altri stili. L’influenza di John Coltrane ritorna più volte e si intreccia con quella di Bob Marley e Bob Dylan, predicatori laici molto intensi, seppure a modo loro; di Miles Davis e Henry Belafonte, santoni di visioni musicali bipolari intense e integre, mai banali; per finire con John Lennon, l’uomo che forse più di tutti è riuscito a plasmare la musica per farla diventare portavoce delle istanze sociali che più gli stavano a cuore. A cominciare dalla richiesta insistente per la pace, tema che fa da fondale importante per questa occasione storica vissuta in terra svizzera.

La musica è densa di assoli, di compresenze a volte anche un po’ invadenti, ma sempre vissute sotto al segno della compartecipazione ad un progetto comune. Tutti i partecipanti sono chiaramente segnati da una idea invasiva che trasfigura la musica stessa. Il suono è molto ampio e preciso e la sovrabbondanza di musicisti sul palco viene digerita piuttosto bene, con la componente visiva che mai come in questo caso è essenziale per capire chi suona cosa. In particolare vogliamo segnalare una bella versione del brano “Let Us Go into the House of the Lord” che ci riporta alla collaborazione fra Santana e John McLaughlin del lontano 1972, quando, di bianco vestiti, rendevano gloria al loro guru Sri Chinmoy. Piuttosto curioso è anche l’assolo quasi da 'honker' che Wayne Shorter prende nella concitata “Boogie Woman”: una sorpresa vera e propria per un saxofonista di solito rarefatto e variegato e mai portato ad urlare la sua emotività profonda.

Il secondo DVD contiene anche una bella intervista a Carlos imperniata sempre su questi temi. Una testimonianza che consigliamo di ascoltare prima di immergersi nel lungo concerto: è una sorta di viatico emotivo importante per affrontare col giusto stato d’animo la lunga scorribanda musicale che a sua volta vuole essere un lungo viaggio alla ricerca della pace, il bene supremo per l’uomo.

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