Sebastien Ammann's Color Wheel: Resilience

Lo svizzero Sebastien Ammann, di professione pianista e compositore, guida in questo elegante, solido album un quintetto dalle geometrie ben definite e dai percorsi espressivo-espositivi conseguenti. Magari non vi si respirerà tutta l'originalità di questa terra, ma il lavoro d'insieme (soprattutto) è ottimamente congegnato e condotto, e sul piano solistico tutto procede analogamente, col trombone di Samuel Blaser una spanna sopra gli altri (peraltro sempre all'altezza della situazione).

Subito l'iniziale "Yayoi" ci introduce eloquentemente entro i meandri del disco (che detto così sembra che ci sia dietro qualcosa di losco o eccessivamente arzigogolato, mente invece il lavoro, inciso a Brooklyn nel giungo 2018, è di una linearità e leggibilità esemplari), così come l'avvio del successivo "Untangled" ci fa capire quale sia l'indirizzo compositivo di Ammann. Lo scoppiettante (a tratti quasi spigoloso) "King Korn" di Carla Bley, "Afterthought" di Dave Scott (unici due temi non a firma del pianista svizzero), con un bel piano solo introduttivo, e il conclusivo "Pedestrian Space" ci sembrano gli altri episodi più degni di nota, peraltro all'interno di un lavoro in cui omogeneità e coerenza non fanno certo difetto.

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