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Daniele Sepe: Le nuove avventure di Capitan Capitone

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Daniele Sepe: Le nuove avventure di Capitan Capitone
Musicista "totale," ben più che apprezzato jazzista, Daniele Sepe ha sempre amato i progetti ricchi di stimoli e di collaboratori (anche se in genere non altrettanto ricchi a livello di budget di produzione) nei quali comporre scintillanti mosaici fatti di tessere anche diversissime tra loro. Così, dopo aver sfornato The Cat with the Hat, eccellente omaggio jazzistico a Gato Barbieri, l'artista napoletano torna a indossare le vesti del Capitan Capitone, risale sul vascello con il quale ha già navigato nel 2015 (Capitan Capitone e Fratelli della costa) e nel 2017 (Capitan Capitone e i parenti della sposa) e— dopo aver arruolato una ciurma di oltre cento pirati musicisti—ci porta in un viaggio surreale, nel quale si parla napoletano ma si esplorano anfratti musicali che vanno ben oltre il Mediterraneo.

Musicalmente, infatti, ne Le nuove avventure di Capitan Capitone troviamo di tutto: dalle musiche del Trecento fino a un brano di trap; dal blues al country fino al neomelodico; dalla musica balcanica a quella brasiliana fino alla tradizione orientale. Il tutto eseguito con ogni tipo di strumento: trombe e sassofoni, chitarre classiche ed elettriche, tastiere, xilofoni, flauti, fagotti, organetti, zampogne. E poi voci, voci di tutti i tipi: da quelle "classiche" (Emilia Zamuner, Lavinia Mancusi, Massimo Ferrante, Mimì Caravano) a quelle ipermoderne (Shaone, Marcello Coleman) fino a quelle recitanti (Stefano Bollani, Valentina Cenni) e a ben due cori di bambini (il "Decima Sinfonia" di Pescasseroli e quello della Scalzabanda). Un organico che unisce artisti di spicco e amici non professionisti, assemblato in autoproduzione (finanziata da un crowdfunding) con registrazioni fatte in casa (letteralmente, in quella di Sepe o, in qualche caso, direttamente in quelle dei singoli musicisti) e poi missate.

Come far stare assieme 'sì tanta varietà è una ricetta segreta di Sepe, che sin dai tempi di Vite Perdite e Spiritus Mundi ci ha insegnato come possano convivere brani in latino e in napoletano, composizioni medioevali e rock, elettronica e strumenti della tradizione folk. Una ricetta che ha tra i suoi ingredienti la teatralità dei testi, ora dotati di un'ironia corrosiva che non rispetta nessuno, ora di una sublime e dolcissima poeticità, ora di un palese e coraggioso impegno culturale, sociale, politico. Tutte cose che, di traccia in traccia, ritroviamo in questo nuovo capitolo del Capitone, talmente denso da rendere difficile una disamina puntuale.

E allora, giusto per stuzzicare la curiosità, ci limiteremo a ricordare alcune delle tante cose presenti nell'album. Cominciando dal fatto che esso si apre con un'esilarante e programmatica rilettura del tema di Brancaleone—le cui affinità con il Capitone vanno ben oltre la rima—e si chiude con una favoletta morale illuminata dal pianoforte di Bollani, che costruisce atmosfere colte e suggestive à la Satie e la interpreta alla voce insieme a Valentina Cenni e lo stesso Capiton Sepe.

Potremmo poi menzionare "Cazzimao," rilettura di "Peixinhos do mar"—già cavallo di battaglia dell'artista napoletano—qui costruita come un dialogo tra Sepe e i due cori di bambini; poi l'assurdo eppure emblematico blues di "Chesta è 'a vita mia," la teatralmente caotica "Il corpo morto" (ennesima critica al giovanilismo radical chic) e la "scorrettissima" trap di "Romeo & Giulietta 2.0"; e ancora "Se tu sei il mio vero amore," traduzione della canzone del brasiliano Vitorino che narra le pene dell'emigrazione, per voce, coro e flauti, fino ad alcuni veri e propri capolavori del genio: "Abu Tabela," vera storia di Paolo Avitabile da Agerola, imbattuto comandante militare con Napoleone, con i Borboni, con gli inglesi in Afghanistan e in India, poi tornato al paese per malinconia e lì inopinatamente avvelenato dalla giovane moglie, il tutto su un rap dagli influssi orientali che cita e fa il verso alla storica "Figli di Annibale" di Almamegretta; "Il trombettiere di Custer," altrettanto vera storia dell'unico sopravvissuto a Little Big Horn, immigrato originario di Sala Consilina, che si trasforma in un'ironico "inno agli ultimi" sulle note di "Oh Susanna!," che qui diventa "oh Sant'Anna!"; e infine "Zingari," tema balcanico fino al midollo, interpretazione napoletana verace, che diventa anch'essa un'apologia dei rom, con tanto di elenco di "zingari eccellenti"—non solo Django Reinhardt e i Gipsy King, ma anche Charlie Chaplin, Michael Caine, Elvis Presley, Gerd Muller e... Rita Hayworth!

Ma il resto del lavoro non è da meno, in un caleidoscopio di suoni e di idee, di ironie e di delicatezze—si pensi a "Ondas do mar de Vigo" o "Bailecito trasteverino" —, più in generale di divertite invenzioni concretizzate con un amore e una maestria sorprendenti. Grande spettacolo, grande musica, che forse non sarà "il jazz," ma certo è "o' gezz"!

Album della settimana.

Track Listing

Marcia di Brancaleone; Cazzimmao (Pesciolini & pesci a brodo); Abu Tabela; Bailecito trasteverino; Il corpo morto; Marenare; Chesta è 'a vita mia; Se tu sei il mio vero amore (Dá-Me cá os teus braços teus); Lapo & Gonzalo; 'O guardio; Uagliùn & uagliòle; Zingari; Ondas do mar de Vigo; Chominciamento di gioia; Il trombettiere di Custer; Romeo & Giulietta 2.0; Core 'e pappavalle; Dino pesciolino fino.

Personnel

Daniele Sepe
saxophone

Album information

Title: Le nuove avventure di Capitan Capitone | Year Released: 2020 | Record Label: MVM


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