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Han Bennink Trio: Parken

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Han Bennink Trio: Parken
Questo disco di Han Bennink, il primo ufficialmente a suo nome, è un lavoro singolare e bellissimo: amore per la tradizione e indomabile voglia di sperimentare si coniugano in un percorso ricco di sorprese capace di coinvolgere chiunque.

Protagonista della free music europea ma fortemente legato alla tradizione del jazz, Bennink è uno dei batteristi più fantasiosi della storia di questa musica, in grado di far convivere gli aspetti più estremi: delicatezza e potenza, senso della misura ed esuberanza teatrale, aderenza alle convenzioni e dissacrazione, tradizione e sperimentazione, ricerca artistica e clownerie.

Come ha scritto Alfredo Profeta il suo è "un equilibrio perennemente instabile" che si mantiene in una magica coniugazione degli opposti.

Sappiamo bene quanto la dimensione pirotecnica sia solo l'elemento più appariscente, mai fine a se stesso, della sua arte percussiva, iniziata adorando Gene Krupa, Big Sid Catlett ed i giochi di spazzole di Shelly Manne. In questo disco Bennink lo dimostra ancora una volta conducendo l'ascoltatore in un percorso che lega dimensione compositiva (fino a momenti d'intenso lirismo) e ricerca improvvisata. Con il batterista tedesco - legati da un intenso interplay - troviamo due belle promesse del jazz nord-europeo: il clarinettista belga Joachim Badenhorst e il pianista danese Simon Toldam a cui Bennink lascia i giusti spazi personali.

La prima cosa che balza all'attenzione scorrendo i titoli in repertorio sono tre noti brani di Duke Ellington che il trio tratta con doveroso rispetto senza per questo abdicare ad una reinterpretazione personale. Il più avventuroso e sperimentale è "Isfahan" mentre "Lady of Lavender Mist" e "Fleurette Africaine" sono più aderenti al sofisticato mood ellingtoniano.

Ogni altro brano costituisce, a suo modo, una splendida sorpresa: ai due estremi espressivi collochiamo "Myckewelk" (due minuti di tellurica improvvisazione free, sul modello Machine Gun di Peter Brötzmann) e "Parken" dolcissima ballad declamata dalla voce lunare di Qarin Wikström.

Bennink, inutile dirlo, è una fonte inesauribile di iniziative e suggerimenti e un leader rigoroso e attento alle dinamiche complessive.

Track Listing

01. Music for Camping (Toldam) - 9.51; 02. Flemische March (Bennink-Badenhorst-Toldam) - 4:19; 03. Lady Of Lavender Mist (Ellington) - 5:46; 04. Myckewelk (Bennink-Badenhorst-Toldam) - 2:00; 05. Ishfahan (Ellington/Strayhorn) - 6:20; 06. Reedeater (Badenhorst) - 6:44; 07. Fleurette Africaine (Ellington) - 4:20; 08. After The March - (Bennink-Badenhorst-Toldam) - 5:23; 09. Parken (Sieben) - 3:57.

Personnel

Han Bennink (batteria, percussioni); Simon Toldman (pianoforte); Joachim Badenhorst (clarinetto, clarinetto basso).

Album information

Title: Parken | Year Released: 2010 | Record Label: ILK Music

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