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O Padreterno nun è mercante ca pava ‘o sabbato - Marco Cappelli Acustic Trio

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Teatro Triaton Viviani - Napoli - 05.03.2013

Dopo le nuvole della Francia di Fred Vargas, la Napoli nera di Maurizio De Giovanni.

Sono stata separatamente lettrice del ciclo dedicato al commissario Ricciardi del giallista Maurizio De Giovanni e interessata spettatrice dei progetti del chitarrista e improvvisatore Marco Cappelli. Non mi aspettavo di vedere un giorno sul palco una sintesi (molto alchemica, molto trasfigurata) tra i due.

Il progetto 'O Padreterno nun è mercante ca pava 'o sabbato del Marco Cappelli Acustic Trio (con Ken Filiano al contrabasso e Satoshi Takeishi alle percussioni) si ispira, infatti, ai quattro romanzi di De Giovanni che compongono il ciclo delle stagioni del commissario Ricciardi ("Il senso del dolore," "La condanna del sangue," "Il posto di ognuno," "Il giorno dei morti") e a "Vipera. Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi," per dare forma a quella particolare atmosfera che caratterizza questi noir, tutti ambientati in una Napoli nera, fascista, degli anni Trenta.

Nel tour italiano la serata napoletana è stata a suo modo speciale. I "temi," ciascuno cucito su un diverso personaggio del ciclo, sono stati composti da Cappelli. Su di essi si sono intessute le lunghe improvvisazioni di Filiano e Takeishi, a loro volta intervallati dalla lettura di brani dei romanzi da parte dello stesso De Giovanni, accompagnato dagli attori Patrizio Rispo e Rosaria De Cicco. Con questa formula si è sacrificato senz'altro dello spazio di musica per darne molto di più alla parola, con il risultato che la prima è comunque riuscita, in certi momenti, a rivelare quel senso nascosto e profondo che le parole di De Giovanni in molti casi vorrebbero sottintendere.

Come detto, i temi di Cappelli ruotano attorno ai principali personaggi del ciclo, il più importante dei quali è senz'altro il commissario Ricciardi. In scena dunque non c'è l'intreccio del giallo o del noir, ma l'essenza pura di ciò che questi personaggi rappresentano e sono. La caratteristica di Ricciardi, denominata il "Fatto," è ad esempio quella di poter sentire l'ultima frase pronunciata dalle vittime su cui indaga prima che esse muoiano. Questa capacità conferisce a Ricciardi una profonda umanità, perché tormentato da un continuo e devastante senso di dolore, come se le frasi pronunciate rappresentassero una sorta di ultimo grido, un appello, cui il commissario con la sua indagine deve rispondere.

La voce di Ricciardi è stata chiaramente interpretata da De Giovanni, che l'ha fatta sua con un misto di dolcezza, emozione, dolore, come se il Fatto, il Male, il Dolore foss'anche, ma anzi è, cosa sua. Gli altri personaggi protagonisti dei ciclo, all'occasione interpretati da Rispo e De Cicco, sono il brigadiere Maione, figura per alcuni versi antitetica, ma amica del commissario, l'antifascista dottor Modo, Enrica, una vicina di casa e amore mai consumato di Ricciardi, Lidia, affascinante signora dell'alta borghesia romana innamorata del commissario, infine Bambinella, femminiello che di tanto in tanto aiuta Maione nelle indagini.

La musica di Cappelli, vibrante, accompagnata dal colore e dal calore del contrabbasso di Filiano e dalle graffiature alle percussioni di Takeishi, ha delineato di ciascuno il carattere, i tratti che ne fanno l'(anti)eroe in una Napoli svuotata dal peso della cronaca contemporanea, ma presente con tutte le sue contraddizioni. La musica parte della serata se è partita dal confine tracciato dalle parole, ha poi preso una strada tutta sua, eterea, immaginifica, dove si sono avvertite tutte le ferite dell'anima di Ricciardi.

In una dimensione ideale forse avremmo voluto sentire sviluppare i "temi," ciascuno un Fatto?, nella loro totalità e nella totalità dell'espressività di questo Trio (che altrove - ad esempio al jazz club di Catania - pare abbia fatto meraviglie). Ma il bello di un progetto del genere è forse dato proprio dalle possibilità di composizione e ricomposizione che offre. Un'indagine in corso.

'O Padreterno nun è mercante ca pava 'o sabbato.

Il fatto del padreterno e del sabato, dite? A volte io mi scordo che non siete napoletano. Al vostro paese non si dice? È un proverbio. Significa che quando si fa qualcosa, la ricompensa o la punizione non si pagano a scadenza fissa, come i debiti degli uomini...

Foto, di repertorio, di Claudio Casanova.


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