Jef Neve Trio: Nobody Is Illegal

I suoi partner principali sono il contrabbassista Piet Verbist e il batterista Teun Verbruggen (anche se i tre suonano senza altri compagni soltanto in cinque delle undici tracce), con i quali intrattiene un rapporto paritetico, caratteristica fondamentale per la buona riuscita di un trio. E la varietà tematica si può apprezzare ad esempio nel passaggio che dalla seconda traccia porta alla quinta. “Nothing But a Casablanca Turtle Slideshow Dinner” è dinamicissima e trascinante, un classico del jazz moderno; la successiva “Abschied” si apre invece su scenari neoromantici, con qualche assonanza con il primo Meldhau - note alte e insistite del piano, contrabbasso potente a sostenerne la drammaticità, batteria libera di spaziare più su suoni di sfondo che su figure ritmiche; in entrambi i brani, un colore aggiuntivo viene conferito dalla presenza sullo sfondo di cinque ottoni, che scompaiono invece nel successivo “Astra”, dialogo improvvisato e più rarefatto, al quale prende parte anche il sax tenore di Nicolas Kummert (presente poi anche in “Unprepared” e “Until now”); finalmente, il trio si raccoglie in sé stesso in “Nobody Is Illegal”, per tornare a un’atmosfera di swingante e spinto dinamismo (ottimi l’assolo di Verbist e il pedale finale di Neve), come quella che caratterizzerà poi “Together at Last”.

L’eccellente interplay, l’intuizione compositiva (ottime anche “Second Love” e “Until Now”) e il valore dei musicisti (Neve ha una formazione classica e si cimenta in concerto anche con le bachiane Variazioni Goldberg) fanno di questo Nobody Is Illegal un eccellente lavoro, che mette in luce tre musicisti da seguire con attenzione: la loro interpretazione della formazione è già oggi di qualità decisamente al di sopra della media.

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