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Medeski, Martin & Wood alle prese con le sei corde
ByQuindi da una parte abbiamo un incontro con un partner del tutto nuovo che li spinge a battere territori abbastanza inconsueti, anche se i tre hanno sempre dimostrato di essere pronti a tutto. Dall'altra ci ritroviamo ad osservare il quarto capitolo di una saga discografica già ben consolidata che ha avuto modo di approdare anche a plurime collaborazioni on the road, iniziate nel lontano 1998.
Medeski, Martin & Wood + Nels Cline
Woodstock Sessions, Vol. 2
Woodstock Sessions
Valutazione: * * * * ½
Il progetto con Nels Cline è davvero affascinante. Pieno di gorgoglii e sparate di lava incandescente, senza dare mai punti di riferimento, come con le squadre che giocano col falso nueve. Il clima è misterioso e originale, senza spazi per le autocelebrazioni. La musica scorre via con impeto, fermandosi solo qua e là per tirare il respiro e ricaricare le molle invisibili che la sostengono. La vena più sperimentale di Medeski, Martin & Wood si sposa alla perfezione con il grande senso di curiosità e di disinteresse per le regole codificate che ha da sempre caratterizzato il lavoro di Nels Cline e mai matrimonio è sembrato più riuscito. Anche la ritmica è spezzettata, mai ferma nella stessa posizione, se non per poche decine di secondi. Non si va alla ricerca del groove infinito e immutatbile, piuttosto si assestano giusti colpi alle membrane dei tamburi per evocare un groove che poi passa e va. Tutto sembra immerso in una sorta di scenario psichedelico che però non si dispiega lungo sentieri noti. Semmai la musica spicca il volo e va a collegare, con un grande salto, pezzi di strada che sembravano non connessi fra di loro, almeno per le vie consuete di terra. Sono quattro esploratori indefessi che non pensano mai a tornare a casa, ma pensano solo ad andare avanti. Il loro incedere è chiaramente legato al viaggio inteso come esperienza in divenire, non alla meta da raggiungere.
Medeski, Martin & Wood + John Scofield
Juice
Indirecto Records
Valutazione: * * * ½
Il progetto con Scofield è molto più agganciato a terra, come se i musicisti fossero saliti su una mongolfiera che si eleva pigramente da terra ma senza mai sganciarsi del tutto dall'ancoraggio. In effetti salire su quella mongolfiera cambia la visuale dei territori circostanti, come se ci trovassimo a cavallo di un dolly cinematografico, ma è più apparenza che sostanza, anche perché non si spicca mai decisamente il volo verso le praterie del cielo. I punti di forza dell'album sono tutti posizionati nella parte iniziale, con la chitarra di Scofield caldissima e funky, degna di una colonna sonora di Quentin Tarantino. Le tre cover posizionate in fondo sono invece più difficili da decifrare. All'apparenza sono delle pallide imitazioni che cercano di destrutturare tre classici immarcescibili senza riuscirci per davvero. In realtà, a lungo andare, anche questi brani riescono ad esprimere una loro consistenza più sottile, ma restiamo convinti che non sia sufficiente per disincagliare queste vecchie navi dal fondale. E allora forse era meglio lasciarle immerse nelle loro acque, senza andare a risvegliare i fantasmi di mostri marini che volevano continuare a dormire.
I punti di contatto fra i due progetti sono davvero pochi e resta confermata l'abilità di Medeski, Martin & Wood di cambiare pelle in maniera decisa, in funzione del progetto, in funzione del partner. Non è semplice eclettismo, anche perché comunque una ben chiara cifra espressiva risalta sullo sfondo, in controluce. Questa abilità da bravi camaleonti è invece l'esaltazione del saper ascoltare, saper reagire, saper cambiare. Non è cosa da poco, in questi anni di respiri corti e ansie da prestazione.
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About Medeski Martin & Wood
Instrument: Band / ensemble / orchestra
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