David Virelles: Mbókò
ByOggi, a due anni abbondanti di distanza, il numero degli euforici sostenitori è cresciuto in maniera esponenziale. Merito delle comparsate nel quartetto americano di Tomasz Stanko, nello strepitoso Double-Up di Henry Threadgill, nei gruppi di Chris Potter, Mark Turner e Steve Coleman. Frequentazioni di lusso che hanno spinto in alto le quotazioni del nostro. E che hanno attirato lo sguardo di un sempre più attento Manfred Eicher, lesto nel mettere sotto contratto l'ennesimo campioncino degli ottantotto tasti e nel dare alle stampe Mbókò, opera terza che vale l'incontestabile e definitiva consacrazione.
Per lo spessore, l'intelligenza, l'originalità di un jazz colto e meticcio allo stesso tempo. Che affonda le proprie radici nei colori e nei ritmi della tradizione afrocubana e nell'immaginario mistico-iniziatico della cultura Abakuá, una sorta di congrega religiosa fondata su saperi esoterici. Agganci e rimandi dichiarati, espliciti. Che sono però trasfigurati alla luce di una sensibilità pianistica tendente al puro astrattismo. Rimarrebbe assai deluso chiunque si avvicinasse a Mbókò in cerca di spezie terzomondiste, di facili suggestioni equatoriali.
Cuba c'è, ovviamente. Vibra e palpita negli schemi ritmici della mano sinistra di Virelles e nei suoni inconfondibili delle percussioni Biankoméko di Román Diaz. Ma si tratta di scheletri, forme stilizzate. Alle quali si sovrappongono meditazioni ipnotiche e severe, frasi oblique e temi sfuggenti. Come nell'esaltante "Antillais," che rimanda senza passare dal via all'Andrew Hill di Compulsion. O nella zoppicante "Seven, Through the Divination Horn," brano manifesto che mette in vetrina il drumming propulsivo di Marcus Gilmore e il tocco inconfondibile di Thomas Morgan (l'erede designato di Charlie Haden). Il punto più alto del disco? "The Highest One," misteriosa ed elegante nel suo incedere tra accordi vaporosi e legno di contrabbasso.
Una meraviglia, un piccolo capolavoro. L'astro Virelles è destinato a splendere a lungo nel firmamento del jazz.
Track Listing
Wind Rose (Antrgofoko Mokoirén); The Scribe (Tratado de Mpegó); Biankoméko; Antillais (A Quintín Bandera); Aberiñán y Aberisún; Seven, Through the Divination Horn; Stories Waiting to Be Told; Transmission; The Highest One; Èfé (A María Teresa Vera).
Personnel
David Virelles: pianoforte; Thomas Morgan: contrabbasso; Robert Hurst: contrabbasso; Marcus Gilmore: batteria; Román Diaz: percussioni Biankoméko, voce.
Album information
Title: Mbókò | Year Released: 2015 | Record Label: ECM Records
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Instrument: Piano
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