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Virtual Tour: A Reduced Carbon Footprint Concert Series [DVD]

Mark Dresser, Nicole Mitchell, Myra Melford, Michael Dessen
Virtual Tour: A Reduced Carbon Footprint Concert Series
pfMENTUM
* * * *
2016

Un quartetto base localizzato al Music Center Theatre di San Diego composto da Nicole Mitchell al flauto, Myra Melford al piano, Mark Dresser al contrabbasso dialoga in tempo reale con formazioni residenti a Zurigo, New York, ed Amherst, Massachussets. Banda ad alta velocità utilizzata nel campo della ricerca e video ad altissima definizione rendono possibile questa magia tecnologica ed artistica che ci regala più di tre ore di musica di altissimo livello.

Il primo concerto vede il quartetto relazionarsi con i sassofoni di Jason Robinson e Marty Ehrlich più la batteria di Bob Weiner. L'impatto è devastante per ricchezza di colori, forza espressiva, intensità esecutiva, varietà di atmosfere, eccellenza degli assoli anche se a prevalere è una visione d'insieme ancor più sorprendente vista la natura dell'evento. Il giorno seguente l'interazione è con il batterista Gerry Hemingway e il flautista Matthias Ziegler in quel di Zurigo. Qui si vira verso una dimensione più marcatamente cameristica/contemporanea vuoi per il raddoppio del flauto vuoi per le composizioni improntate ad un rigore assoluto e per l'inserimento di sporadiche declamazioni testuali.

L'ultimo concerto è l'episodio più complesso e affascinante. Matt Wilson alla batteria, Jane Ira Bloom al sax soprano, Ray Anderson al trombone, Robert Dick Min Xiao-Fen alla pipa (strumento a corde cinese assimilabile al liuto), Doug Van Nort al laptop e Sarah Weaver alla conduction per un avventura cosmica, i trenta minuti di "Universal Synchrony Music: Volume 1" sono lì a testimoniarlo, non solo nel titolo. Il pulviscolo cosmico ricreato dal computer, la pipa maltrattata, i vari strumenti condotti a diversi livelli di esasperazione timbrica, compongono una sorta di linguaggio universale che fluttua nella mente e si fissa negli occhi. Qualità delle immagini, eccellenza sonora e la presenza di superbi maestri nell'arte dell'improvvisazione sono gli ingredienti che fanno di Virtual Tour: A Reduced Carbon Footprint Concert Series un importante documento sui possibili sviluppi tra ricerca musicale e collaborazione telematica.

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