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Mai fidarsi di nessuno. (Louis "Satchmo" Armstrong)
Mentre la cosiddetta buona società assieme a quella che ancora non si poteva definire buona ma che anelava a diventarlo perché si era appena fatta i soldi con attività illecite e aveva preso a modello lo stile di vita di quelli che facevano parte della buona società, mentre queste due parti della società ascoltavano ancora quelle musiche che facevano il verso all'operetta e a un bolso sinfonismo tardoromantico, c'erano in giro dei musicisti neri che suonavano la tromba da dio ma di cui la buona società e la parte di società che la scimmiottava, ambedue esclusivamente bianche, non ne volevano neanche sentir parlare.
Tutti quei bianchi della buona società che si erano arricchiti già da due o tre generazioni sfruttando i neri nelle piantagioni o i bianchi nelle miniere (non per niente facevano parte della buona società, si intendevano di arte, ed erano molto attenti alla bellezza degli accostamenti cromatici: neri con il bianco dei batuffoli di cotone; bianchi con il nero delle zolle di carbone), ecco, tutti quei bianchi della buona società andavano alla Academy Of Music di New York ad assistere alla rappresentazione dell'Aida di Giuseppe Verdi e rimanevano incantati dalle vicende di quel coglione di Radames, ammirati dalle tronfie parate da ridicolo teatro dei burattini negli scoppiettanti finaloni del primo e del second'atto, estasiati ad ascoltare le trombe degli angeli che suonavano note tutte stonate, storte e sgraziate come un raglio d'asino annunciando l'entrata delle armate d'Egitto. Siccome non capivano un cazzo di musica dicevano: come sono celestiali le note eseguite da queste trombe! così celestiali che sembrano davvero suonate dagli angeli! E si davano tutti ragione a vicenda: come sono celestiali qui, come sono celestiali là. Poi gli capitava di ascoltare un nero che suonava la tromba non come un angelo, ma come un dio, e solo perché non gli sapevano puliti i neri, dicevano che quel nero, a suonare, faceva schifo. Mi ha fatto proprio vomitare con tutto quel sudore puzzolente che gli colava giù dalla fronte e quelle gote che gonfiava come un rospo, senza classe, senza educazione e senza creanza! E poi quel negro suonava così forte che mi sono dovuta mettere le mani nelle orecchie! era così stonato che sembrava di essere nella giungla! Bisognava vederli, quei negri, che assomigliavano a tante scimmie: una emozione! ma una emozione!
Se tutti questi bianchi della buona società gran intenditori di musica non riuscivano a capire chi suonava bene la tromba e chi invece faceva cagare, nella comunità nera lo capivano benissimo. Le dicerie sui più grandi virtuosi si gonfiavano fino a diventare leggende. Dicevano che la tromba di Buddy Bolden suonava così potente che nelle notti serene si sentiva fino a dieci isolati di distanza, e che la tromba di Freddie Keppard era talmente agile che non si capiva come facesse a non intrecciarsi le dita fra i pistoni, e che la tromba di King Oliver emetteva un suono così dolente che anche i più accaniti mascalzoni si commuovevano e si mettevano a piangere come mammolette.
E poi si era cominciato a parlare della tromba di Louis "Satchmo" Armstrong.
Satchmo era arrivato a sorpassare tutti quanti, essendo al tempo stesso potente, agile e dolente. La sua tecnica aveva dell'incredibile. Molti trombettisti dopo averlo sentito suonare appesero la tromba al chiodo e furono costretti ad intraprendere altre carriere, come quella del maggiordomo o, fingendosi orbi, del cantante di blues, o del raccoglitore di cotone, ma questa volta non più da schiavi, bensì da uomini completamente liberi. Dato il gran numero di neri che suonavano la tromba, ci si trovò tutto d'un tratto per colpa di Armstrong ad avere un gran numero di maggiordomi, di raccoglitori di cotone e di bluesmen girovaghi. Questi ultimi rompevano sempre i coglioni con vanterie sessuali e grandi lamentele per cose di così poco conto che sarebbe stato meglio che si fossero vergognati, con tanta gente che stava male al mondo davvero.
Pochi erano rimasti a cercare di tenere testa a Louis: c'era Bix, c'era Bubber, c'era Jabbo, ma Louis rimaneva unico e tutti correvano ad ascoltarlo. Venivano i brividi, quando si metteva a suonare Potato Head Blues, o West End Blues, o soprattutto Tight Like This. Non c'era da credere alle proprie orecchie.
Una volta Louis fu scritturato come solista accompagnato da un'orchestra sinfonica, una di quelle che per entrarci bisognava essere dei professori. I trombettisti sinfonici non riuscivano a capacitarsi di come Louis potesse arrivare ad altezze così stratosferiche. Loro avevano un espediente per arrivarci, nel caso la partitura prevedesse note acute di difficile attuazione: rimpicciolivano l'apertura del bocchino con del chewing gum. C'era però un inconveniente. Mentre Louis una volta arrivato in alto riusciva a tornare giù e suonare note gravi e ugualmente possenti, loro, con quel chewing gum incollato, non potevano far altro che rimanere nelle note alte. Era un inconveniente mica da poco. Quei maligni sparsero la voce che Louis avesse una tromba truccata. Malignavano, malignavano, fino a che uno di loro riuscì a farsi mostrare quella tromba che si credeva nascondesse chissà quali trucchi meccanici, ma questo uomo maligno, che avrebbe fatto meglio ad allenarsi di più invece che perdere tempo a malignare, se la rigirò dieci volte fra le mani, guardandola dal di sotto e dal di sopra, smontandola e ricomponendola, per poi ammettere a malincuore che Armstrong suonava così bene non per via dello strumento, ma semplicemente grazie a sé stesso come musicista.
Satchmo era un bonaccione e gliela aveva data in fiducia, la sua tromba, a quel professore di conservatorio. Ben lontano dal sospettare che i musicisti sinfonici fossero maligni, credeva che quel professorone ammirasse il suo strumento vecchiotto ed ammaccato solo perché oggetto d'antiquariato e insisteva anche per farglielo suonare. Ma l'altro scuoteva la testa dicendo: nooooo, perbacco, nooooo! come se d'un tratto fosse diventato rispettoso della gente di colore. Invece non la voleva suonare solo perché non gli sapevano puliti i neri. Satchmo non avrebbe mai saputo la verità, per fortuna, perché il suo animo sensibile ne sarebbe stato gravemente ferito.
Armstrong si fidava della gente. La credeva buona. Si era sempre fidato anche del suo manager, che gli fregava un sacco di soldi. Il sospetto però gli era venuto. Mi sono esibito in tutti i teatri, i club, i festival del mondo, si diceva, ho venduto milioni di dischi con brani passati alla storia, ho cambiato il modo di pensare la musica nel mondo occidentale, si diceva, e muoio senza neanche un soldo. Invece il mio manager, che è capace solo di mangiare salsicce con i fagioli e di andare a puttane, è diventato ricco sfondato, si diceva.
Meglio, molto meglio che l'animo sensibile di Armstrong non abbia mai saputo niente di tutti i soldi che gli aveva fregato il suo manager di fiducia: ne sarebbe rimasto gravemente ferito.
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