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Chet Baker: Live In Paris

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Chet Baker: Live In Paris
A un certo punto arriva un'anonima bossanova, "Arbor Way" di Rique Pantoja, e lì ci sono cinque minuti di assolo di Chet Baker che ti avvolgono con un calore disarmante, che ti ricordano che cos'era quella sua vulnerabilità adamantina, quella sua sapienza oracolare, del tutto estranea al sistema del jazz allora imperante, quello degli "young lions" vestiti alto-borghesi, neo padroni di una lingua morta eppure machista e vincente.

Siamo nel febbraio 1984, a Le Petit Opportun a Parigi, e Chet suona in una delle sue interminabili notti europee insieme a Michel Graillier al piano e Riccardo Del Fra al basso, dipingendo poesia con la sua tromba fortunatamente registrata dalla ORTF francese.

Torna alla mente una sua nota intervista a Jerome Reece in cui Chet confessa di suonare a orecchio al cento per cento, di non saper leggere gli spartiti, e di rispondere improvvisando a chi gli suona intorno, in particolare proprio in quegli anni quando aveva scelto di eliminare la batteria e di concentrarsi con piccoli gruppi cameristici. Oppure il noto film di Bruce Weber, Let's Get Lost, dove il collega e amico Jack Sheldon ricorda la facilità con cui Chet si immergeva nella musica, il suo dono innato : "Io dovevo studiare ore, fare pratica continua, rivedere scale su scale, poi arrivava Chet e tutto gli usciva naturale, senza sforzo."

Non bisogna certo enfatizzare questa invidia della naȉveté, né mitizzare l'ignoranza della grammatica musicale, ma è indubbio che per amare Chet Baker si deve un po' tralasciare quello che la musica progettuale è diventata in questi decenni: in lui non vi è alcun progetto, né interesse per il concetto di composizione come progetto in divenire.

Quando la salute lo permetteva, Chet suonava tutte le sere, si spostava continuamente, abusava di sostanze e però trasfigurava una vita perennemente in bilico con una musica freschissima.

Forse il biennio documentato in questo CD, il 1983-84, è stato uno dei migliori, quando Baker stava sempre in Europa, piuttosto coccolato da appassionati e discografici (quanti dischi inutili, anche), libero di esprimersi senza particolari cornici glamour, solo tromba, pianoforte e contrabbasso (quando era in Italia anche il flauto di Nicola Stilo), una manciata dei soliti standard e l'atmosfera giusta.

Questo Live in Paris documenta una serata a l'Esplanade de la Défense, giugno 1983, con Dominique Lemerle al posto di Del Fra, e un'altra al Petit Opportun, come si diceva, l'anno successivo. Il repertorio passa da una "There Will Never Be Another You" e "Easy Living," cantate in maniera un po' così, a temi anche boppistici firmati da Hank Mobley, Horace Silver, J.J.Johnson, resi sempre con una pacatezza formale vaporosa ma con una esposizione strumentale formidabile, con Del Fra metronomico al basso e Graillier super elegante al piano.

Ancora un'edizione vincente dunque per la Elemental con la produzione di Zev Feldman. E un apparato saggistico di primo livello, con testi di Ashley Khan, Franck Bergerot, Pascal Rozat, Riccardo Del Fra, interviste a Dominique Lemerle e Richie Beirach, fotografie di Christian Rose e Franck Bergerot.

Track Listing


CD 1:
There Will Never Be Another You; Easy Living; But Not for Me; Stella by Starlight; Funk in Deep Freeze; Just Friends.
CD 2:
Arbor Way; Strollin’; Margerine; Lament; Walkin’.

Personnel

Chet Baker
trumpet and vocals
Dominique LeMerle
bass, acoustic
Riccardo Del Fra
bass, acoustic
Additional Instrumentation

Chet Baker: vocals; Dominique Lemerle: bass (CD 1: 1-4); Riccardo Del Fra: bass (CD 1: 5,6; CD 2: 1-5).

Album information

Title: Live In Paris | Year Released: 2022 | Record Label: Elemental Music


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