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L’elettronica europea è matura! I nuovi dischi di Lippok, Delay e Oval

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Uno dei vantaggi dello scorrere del tempo [l'elenco degli svantaggi lo lascio a ciascun lettore] è che stili e linguaggi raggiungono a un certo punto - prima o parallelamente al ripiegarsi su cliché e "classicismi" - uno stato di maturità in cui l'allentarsi della pressione della "novità" e l'esperienza consentono condizioni produttive più rilassate e focalizzate.

La considerazione ci sorge ascoltando gli ultimi lavori di tre nomi ben noti nell'ambito dell'elettronica europea, quelli di Robert Lippok [To Rococo Rot], di Vladislav Delay e di Oval.

Lippok

Redsuperstructure

Raster Noton - distr. Dense

Redsuperstructure di Lippok, pubblicato per la Raster Noton di Carsten Nicolai, è un lavoro - il suo terzo da solista, sviluppato a partire da un set romano del 2010 - in cui il musicista si allontana dalle atmosfere pop e kraut che sono tipiche dei To Rococo Rot, concentrandosi felicemente su composizioni più asciutte, curatissime nei dettagli e nelle tessiture timbriche e che, seppur estremamente concentrate su pochi elementi essenziali, riescono a svilupparsi con grande efficacia evocativa.

Tra accurati movimenti di techno miniaturizzata [ascoltate "Whitesuperstructure" ad esempio] e dilatazioni ipnotiche, tribalità meccaniche [la "Inphase"] e impulsi dallo spazio funk profondo [bellissima "Nycycle"], pur senza inventare nulla, il disco riesce a costruire un percorso di altissimo livello. Merito della calda geometria di Lippok, che si conferma architetto che nei beats mette molti pezzi di cuore.

Vladislav Delay

Vantaa

Raster Noton - distr. Dense

Approda alla Raster Noton anche Vladislav Delay, artista che non ha certo bisogno di presentazioni [anche sotto la sigla Luomo, ma il vero nome è Sasu Ripatti] e che negli ultimi anni ha riscoperto il lato "suonato" della propria espressività, come batterista con il Moritz Von Oswald Trio e alla testa del proprio Quartet.

Il ritorno a una dimensione solamente elettronica con questo Vantaa non poteva non tenere conto di questi recenti percorsi e la musica del disco porta con sé una consapevolezza molto più profonda del rapporto tra gesto produttivo e materiale di riferimento.

Si respira dunque un continuo rapportarsi alla natura e alla materia pura nelle otto composizioni del disco: l'evocazione di paesaggi nordici, con il lento mutare di frammenti glaciali e di battiti dub da profondità vulcaniche è una chiave che afferra l'ascolto sin dai primi secondi e che ha la forza [in questo la maturità acquisita da Ripatti gioca un ruolo decisivo] di mesmerizzare fino alla fine, in un continuo succedersi di dettagli elettroacustici che danno al termine "ambient" una connotazione davvero più sfaccettata della comune accezione.

Composizioni come "Henki" o "Narri," per non dire dell'estatica metallicità di "Lauma," sono tra le gemme più interessanti di questo nuovo splendido capitolo della saga di Delay, un lavoro che si chiude nella fluidità apparentemente rassicurante di "Kaivue" e che fa sognare a ogni riascolto.

Oval

OvalDNA

Shitkatapult - distr. Goodfellas

Anche Markus Popp, ovvero Oval, ci consente di riflettere sul suo percorso artistico, pubblicando in OvalDNA sia un'interessantissima raccolta di rarità e inediti, sia - in un CD a parte - contributi video, tracce audio e software per condividere e lavorare sulle sue sonorità in piena adesione alla filosofia no-copyright.

Produttore e manipolatore di grandissimo livello [ricordiamo il suo lavoro con Microstoria, Tortoise, Gastr del Sol, ma anche Bjork], Oval raccoglie qui molti materiali precedenti al suo penultimo lavoro, O e quindi si ritrovano, in brani spesso brevissimi, tutte le increspature glitch e le sottigliezze timbriche che ben gli conosciamo e che si coagulano di volta in volta in piccoli quadri ambient così come in schegge pop come la dolcissima "Australasia". Come avrebbe detto Leporello nel mozartiano Don Giovanni, "madamine, il catalogo è questo"... ma che classe!

Lontani dalla esasperata ricerca della next big thing [e dal conseguente frenetico riferirsi a stili più o meno obsoleti del recente passato], stratificando con intelligenza le conquiste linguistiche degli anni Novanta e primi Duemila, sia Lippok che Ripatti che Popp dimostrano che alcuni percorsi dell'elettronica mitteleuropea sono giunti a uno stadio di maturità in cui il valore dell'artista [e chi ha avuto modo di seguire questi musicisti dal vivo sa bene di che valore siamo parlando] riesce a plasmare in modo significativo la materia sonora. Tre lavori consigliatissimi!


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