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La musica contemporanea nei festival d'estate, tra Francia e Italia
Ogni rassegna, infatti, nasce grazie a un determinato apparato organizzativo, più o meno complesso, che coinvolge soggetti privati e/o pubblici, e s'indirizza a un pubblico peculiare.
A questo riguardo, abbiamo riscontrato quanto grande sia la differenza tra un grande festival internazionale quale è MiTo, che si accinge alla terza edizione sull'asse Torino-Milano (dopo aver raccolto il testimone da Settembre Musica, nata negli anni '70 nel capoluogo piemontese) e una rassegna mitteleuropea del calibro di Musica Musica, che, a Strasburgo, approda quest'anno alla ventisettesima edizione.
Una prima differenza evidentissima si nota per quanto riguarda la programmazione, la cui eterogeneità varia dal massimo grado della rassegna torinese a una maggiore "osservanza" avanguardistico-accademica (pur con qualche eccezione) di Musica.
Se entrambe le rassegne sono accomunate dai ragguardevoli finanziamenti sia a livello locale che nazionale (malgrado Torino, rispetto a Milano, stia facendo non pochi passi indietro su MiTo), un altro elemento differenziante è dato dalla contiguità del festival alsaziano con diverse istituzioni musicali della città (che vanta un Conservatorio di prim'ordine) e della Francia, coinvolte direttamente negli spettacoli con alcuni ensemble divenuti nel tempo prestigiosi.
Se quelle appena menzionate sono consolidate manifestazioni in cui è fondamentale il supporto istituzionale, non mancano, specie in area francese, iniziative nate e sviluppatesi principalmente grazie all'impegno di musicisti e di appassionati, ma piuttosto qualificate e caratterizzate per quanto riguarda il livello artistico.
E' il caso di due rassegne, entrambe approdate nel 2008 all'undicesima edizione: si tratta del Festival Messiaen, che ha reso omaggio al centenario della nascita del Maestro nelle suggestiva cornice alpina del Delfinato, e il festival estivo di musica da camera della regione di Gex, contraddistinto da un'intelligente excursus tra i capisaldi della tradizione classico-romantica e la creatività tutta attuale di Salvatore Sciarrino e Alessandro Solbiati.
Se nel 2008 le scelte programmatorie si sono orientate verso autori dalla notorietà ormai indiscussa, complice anche l'accumularsi di ricorrenze (dal centenario di Messiaen, celebrato praticamente in tutt'Europea, al decennale della scomparsa di Gérard Grisey, al primo anniversario della morte di Karlheinz Stockhausen), d'altro canto pativa una certa compressione, purtroppo, lo spazio offerto alle ultime leve di compositori, fatti salvi quei pochi inseritisi nel (sempre più ristretto) circuito delle commissioni e delle rassegne.
E' viceversa probabile che, esauritasi l'onda degli anniversari, le "sorprese" e "le "novità" - facendo la "tara" della consueta enfasi promozionale - vengano alla ribalta quest'anno e nei prossimi. Un aspetto decisamente importante è che, tagli o no, la Francia e la Germania sono sempre più terra di emigrazione e di valorizzazione per i migliori talenti italiani delle generazioni nate dopo il 1970, cui è mancato un adeguato sostegno da parte delle nostre istituzioni musicali.
Se personaggi come Mauro Lanza o Francesco Filidei meritano oltr'alpe non pochi concerti monografici nei contesti piu' prestigiosi (dal Printemps a Monaco e Agorà a Parigi sino alla rassegna ginevrina Archipel e all'imminente edizione 2009 di Musica), nel nostro paese, viceversa, dove la diffusione del repertorio contemporaneo italiano è pesantemente influenzata da ben noti (ma mai denunciati e sanzionati con la necessaria energia) giochi familistici, la visibilità degli autori più giovani è decisamente ridotta, sotto il condizionamento di questi aspetti.
Sembra dunque che la tendenza avviata nella generazione precedente con Marco Stroppa e Stefano Gervasoni (che da anni non risiedono in Italia) anziché arrestarsi, tenda ad accrescersi, come rileva Grazia Gracco nel saggio dedicato alla creazione musicale italiana nel testo di presentazione dell'edizione 2009 di Musica (l'articolo, in francese, puo' essere scaricato qui, pag. 30 e ss. del file PDF).
Alla luce di queste considerazioni, è sempre più forte la convinzione che indicazioni pregnanti sui valori artistici davvero rilevanti - sul loro consolidamento di quelli già esistenti e sull'affermazione di quelli "nuovi" - sia utile seguire non solo le grosse manifestazioni internazionali, ma anche le rassegne sganciate dai grandi circuiti del business culturale, da quelle organizzate annualmente sul territorio da diversi gruppi musicali, come Ex Novo Ensemble a Venezia, Xenia e Fiarì Ensemble a Torino, Divertimento Ensemble tra Monza e Milano (con un ciclo concertistico di grande respiro, che si tiene da gennaio a giugno, sotto la sigla "Rondò"), senza trascurare un'importante iniziativa transalpina, condotta, in ambito elettroacustico, dall' IRCAM di Parigi, come il festival Agorà.
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