Cristina Zavalloni e Radar Band: La donna di cristallo

Un entusiasmo e una freschezza di linguaggio che si avverte già nei primi brani in scaletta, che risultano ora riflessivi e sospesi in atmosfere rarefatte ("Waking"), ora grintosi e pronti nel ribadire una spinta ritmica coinvolgente ("Les observateurs"). La vocalist ama giocare con la voce ("Luna Park"), che diventa strumento tra gli strumenti in "Trilha dos Caranguejos" e che si lascia ampiamente apprezzare per la sensazione di bellezza che riesce a emanare in diversi momenti, come nella title track. Per la prima volta la Zavalloni ha firmato anche i testi dei brani in programma, frutto di un'attenzione e di un'attività svolta in maniera sistematica dal punto di vista concettuale. Ci sono pure nuove versioni di tracce già proposte in altri album (vedi "Istinti"), che trovano la giusta collocazione in un insieme molto ben coeso, dove spiccano "X E.B.," dedicato a Enzo Baldoni, e altri passaggi che rimandano alla musica italiana degli anni '60.

Il progetto ruota attorno alla voce della leader, ma la cura dei particolari e il bilanciamento tra le varie parti fa sì che a emergere sia un suono di gruppo, lineare e mai versato a soluzioni semplicistiche.

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