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La creatività di Zlatko Kaučič

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Sta vivendo un periodo di particolare grazia creativa il percussionista sloveno Zlatko Kaucic, che è uscito nel corso del 2016 con ben cinque album (di cui uno doppio) e ne ha in uscita altri due, mentre i suoi progetti originali si moltiplicano -dell'ultimo, Reflettiva!, andato in scena in apertura di San Vito Jazz 2017, parliamo in altra pagina.

Di questo momento aureo Kaucic è sembrato consapevole in una breve conversazione che abbiamo avuto con lui proprio in occasione del concerto sanvitese: concentrato sulle molte ispirazioni che gli provengono dagli ascolti e dai musicisti con i quali incrocia la proprio strada, rivolto sempre al futuro -l'anno prossimo saranno quaranta gli anni di carriera e la etichetta polacca Not Two si è ripromessa di dedicargli un cofanetto celebrativo di cinque dischi, ai quali sta lavorando -e soprattutto attento a creare sempre qualcosa di nuovo, di originale, di inaudito.

Recensiamo qui le uscite del 2016, con l'esclusione de Il sogno di una cosa, di cui potete leggere cliccando qui. In attesa dei nuovi lavori annunciati, un secondo disco dell'Orchestra Senza Confini e un cofanetto di concerti con Joélle Leandre.

Daniele D'Agaro, Giovanni Maier, Zlatko Kaucic
Disorder at the Border Plays Ornette
Not Two Records
2016
Valutazione: * * * *

Il trio di Daniele D'Agaro, Giovanni Maier e Zlatko Kaucic aveva già avuto modo di registrare un live (per l'etichetta Palomar, clicca qui per leggerne la recensione) e anche stavolta è ripreso dal vivo, a Cormons nel corso del Jazz&Wine of Peace 2015, quando propose un repertorio interamente dedicato all'allora da poco scomparso Ornette Coleman. Sebbene i sei brani siano tutti del grande Maestro americano (ancorché non tra i più celebri, se si esclude "Mob Job"), il modo di interpretarli è assai singolare, come si può apprezzare dalla registrazione.

Partendo infatti da temi ornettiani il trio si dirige nelle direzioni verso le quali lo conduce la propria specifica cifra espressiva, basata su modalità improvvisative libere e più europee, su timbri originali grazie ai suoni sviluppati da Kaucic e all'uso dei clarinetti da parte di D'Agaro, su una dialogica interazione che permette di aprire sviluppi molto personali. La presenza dei temi di Ornette consente però al trio di rimanere su piani più facilmente leggibili, accrescendone la fruibilità e il fascino.

Interessante il confronto tra le parti in cui D'Agaro è al clarinetto con quelle in cui invece imbraccia il contralto, strumento per lui non usuale e al quale mostra un suono tagliente e una fortissima intensità; sempre centrale il ruolo del possente contrabbasso di Maier, mentre Kaucic anche qui è presente sia con i ritmi della batteria, sia con i suoni del suo set di oggetti, incluso un flauto.

Milko Lazar, Zlatko Kaucic
Second Round
Klopotec
2016
Valutazione: * * * *

Il titolo dell'album rinvia al precedente lavoro dei due musicisti sloveni, Ena/One, anch'esso uscito per la Klopotec un paio di anni prima. In quel lavoro però Milko LazarC era impegnato al pianoforte, al piano preparato e al sax soprano, mentre in questa occasione lo troviamo al Rhodes e all'elettronica. La differenza è palpabile, ma solo per l'impasto sonoro, perché la libertà dell'interazione, la strabordante creatività, la ricerca palpabile rimangono le stesse. Anzi, è comune anche una traccia, quella "Refletiva" firmata da Kaucic che il percussionista ha ripreso fin dal titolo nel recente, complesso progetto con orchestra d'archi messo in scena in anteprima a San Vito. Un brano tematico, laddove gran parte di questo e dell'altro CD sono viceversa libere improvvisazioni, ma che per la sua sorprendente apertura e la sua costruzione per suoni cercati e intrecciati in modo istantaneo ne riassume perfettamente lo spirito.

La cifra del lavoro non è facilmente etichettabile: certo c'è al centro l'improvvisazione, il dialogo aperto tra i due musicisti, come sempre vale nei lavori di Kaucic; ma qui abbiamo anche una ispirazione che risale al Miles elettrico e a quanto ne segui negli anni Settanta e Ottanta; solo che quelle sonorità vengono impiegate in un contesto assai diverso. Rispetto al primo disco, Second Round appare più rarefatto, etereo, quasi trascendente, con voci e suoni campionati che emergono qua e là come finestre che si aprono su luoghi altri, mentre il Rhodes e l'elettronica si fondono con i suoni come sempre sorprendenti ed evocativi di Kaucic.

Le sei tracce sono tutte piuttosto lunghe, ma mai ridondanti, e la libertà che le caratterizza non diviene mai criptica o autoreferente, ma anzi -grazie alla sorprendente levità di entrambi i musicisti, conserva sempre il fascino di una narrazione compiuta.

Ennesimo lavoro di Kaucic che dimostra come l'improvvisazione radicale possa essere fruibile come e più di proposte maggiormente convenzionali.

Zlatko Kaucic Cerkno Jubileum Orchestra
Zvocni sejalec (In memory of Boštjan Cvek)
Klopotec
2016
Valutazione: * * * *

"Seminatore di suono" -questo il significato del titolo sloveno del disco -è dedicato a Boštjan Cvek, organizzatore del festival Jazz Cerkno dove il CD è stato registrato dal vivo nel maggio del 2015, pochi mesi dopo la sua scomparsa. A parte il brano centrale, "Bombarduon," completamente improvvisato, le composizioni sono tutte di Kaucic, che si rifà in alcuni al compositore sloveno Marjan Kozina e che nel concerto si limita alla direzione.

L'organico, che in parte riprende quello dell'Orchestra Senza Confini, è ampio -dodici elementi -ma anche timbricamente ricco e marcatamente ritmico -vi sono due contrabbassi, due batterie e un vibrafono. La cifra è all'avvio di forte intensità, con contrabbassi e batterie a tessere una trama su cui far poggiare i suoni dei fiati, cacofonicamente scatenati, e il vibrafono a pennellare colori aggiunti; prende poi un tono più sinfonico e drammatico nel secondo brano, dove svetta il sax tenore di Cene Resnik, per scivolare poi su stilemi quasi rock, ma sempre innestati su un robusto tessuto ritmico, in "Kozmicno Doživetje."

Ancora un cambio di scena ci porta l'improvvisato "Bombarduon," etereo di suoni elettrici in avvio, poi scoppiettante con i fiati in dialogo, quindi più caotico e con un finale quieto e compiuto. I due brani successivi si nutrono invece dei temi di Kozina, che fungono da pretesto per improvvisazioni singole e di gruppo, nello stile caratteristico dalla band, lo stesso che invece viaggia libero, anche frammentandosi e aprendo scenari ritmici e timbrici diversi, nella lunga, conclusiva "Srecko Lesica," che sintetizza una via articolata e inesausta al jazz per big band, quella che in vari modi si sta esplorando e sviluppando tra la Slovenia e il nord est dell'Italia, seguendo suggestioni storiche del free centroeuropeo.

Alexander Balanescu, Javier Girotto, Zlatko Kaucic
East West Daydreams
Klopotec
2016
Valutazione: * * * *

Doppio CD che raccoglie complessivamente undici registrazioni tratte da concerti che il trio ha fatto tra il 2009 e il 2013 in Austria, Italia e Slovenia, East West Daydreams rinvia fin dal titolo alle ben diverse ispirazioni musicali che porta con se ciascuno dei suoi protagonisti. Ogni traccia è intitolata al locale nel quale è stata registrata e le durate sono piuttosto variabili, ancorché mediamente lunghe: un paio di poco più di sei minuti, una -quella registrata al Pinocchio di Firenze, concerto che a suo tempo recensimmo -arriva quasi a mezz'ora, le rimanenti oscillano tra i dieci e i quindici minuti.

Durata e assenza di titoli spiegano già la cifra della formazione: suoni, improvvisazioni espressive e frammenti tematici delle più diverse provenienze che emergono, si rispondono e si montano assieme in affreschi talvolta sorprendenti fino a spiazzare, talaltra suggestivi per i richiami al folklore balcanico, mediorientale, latinoamericano. Si tratta infatti sempre di musica completamente improvvisata, come piace a Kaucic e non disdegnano i suoi due compagni, che più di lui frequentano altri territori -quello classico contemporaneo Alexander Balanescu, quello più tradizionalmente jazzistico Javier Girotto -ma che si calano nel contesto improvvisativo e vi portano le loro specificità ed esperienze.

Ecco così che Girotto è il principale latore dei frammenti tematici -"Porgy II," registrata al club di Vienna, ruota attorno al tema di "Gracias a la vida," mentre altrove affiorano brani classici del suo repertorio -mentre Balanescu è libero di accompagnare in controcanto, di spargere piccoli temi esteuropei o, più spesso, di intervenire con lancinanti assoli di rara espressività. In tutto questo Kaucic fa da legante con i suoi suoni sorprendenti e con i ritmi spesso ancestrali dei tamburi, ma ha anche spazi per intervenire con i flauti e persino con la voce, come per esempio nella lunga traccia del Pinocchio. Da ascoltare, come sintesi di questa particolarissima poetica artistica, "Knulp II," registrata a Trieste, che illustra come i suoni dei tre crescano e si assemblino, mentre le tracce registrate alla cappella del Castello di Skofja Loka suonano più evocative e trascendenti, probabilmente anche grazie all'acustica del luogo.

Un lavoro singolare, come il trio che lo interpreta, in bilico tra l'improvvisazione più radicale -talvolta anche criptica -e la narrazione drammaturgica, tra la tensione emotiva e la rarefazione sospesa: incontro tra realtà musicali forte ma diverse, che dialogano senza soluzione di continuità, dando vita a situazioni sempre diverse. Da ascoltare e riascoltare.

Musicisti ed elenco dei brani:

Disorder at the Border Plays Ornette

Daniele D'Agaro: sax (contralto, tenore), clarinetto, clarinetto basso; Giovanni Maier: contrabbasso; Zlatko Kaucic: batteria, percussioni.

New York; Mob Job; Faithful; The Garden Of Souls; Him & Her; Comme il faut.

Second Round

Milko Lazar: piano elettrico Rhodes, sintetizzatore, elettronica, computer; Zlatko Kaucic: batteria, percussioni.

Wake-Up Call; The Winners; Through the Weather; Bureaucratic Crunch; Refletiva; Burning Pompeii.

Zvocni sejalec (In memory of Boštjan Cvek)

Vitja Balžalorsky: chitarra elettrica; Marko Lasic: batteria, percussioni; Jošt Drašler: contrabbasso; Massimo de Mattia: flauti; Mimo Coliandro: clarinetto basso; Luigi Vitale: vibrafono; Gabriele Cancelli: tromba; Boštjan Simon: sax contralto; Cene Resnik: sax tenore; Giovanni Maier: contrabbasso; Vid Drašler: batteria, percussioni; Giorgio Pacorig: Fender Rhodes; Zlatko Kaucic: direzione.

Pasluš Boštjan; To Paul; Kozmicno Doživetje; Bombarduon; Na Svoji Zemlji; Kekceva Pesem; Srecko Lesica.

East West Daydreams

Alexander Balanescu: violino; Javier Girotto: sassofoni, flauti; Zlatko Kaucic: ground drums.

CD 1: Porgy I; Porgy II; Pinocchio; Cankar I; Cankar II.
CD 2: Knulp I; Knulp II; Knulp III; Chapel I; Chapel II.

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14.11.16

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