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Il Blues di Chicago è sempre vivo
Otis Rush
All Your Love I Miss Loving / Cold Day in Hell
Delmark
(2005)
Cominciamo proprio con la pubblicazione dell'ottimo All Your Love I Miss Loving del chitarrista Otis Rush, una delle figure più importanti della scena di Chicago sin dalla metà degli anni cinquanta. Queste registrazioni, rimaste sin qui inedite, lo colgono in piena forma nel gennaio del 1976, in un noto club della città del vento. Sono con lui il chitarrista ritmico Bob Levis, il pianista Alberto Gianquinto, figura storica che collega il blues di Chicago con la scena californiana (Santana, Elvin Bishop, ecc.), il bassista Bob Stroger e il batterista Jesse Green. Negli ultimi cinque brani si aggiungono Chris 'Barcellona Red' Mason al sax alto e Rawl Hardman al sax tenore.
Il concerto fu organizzato da una radio locale che aveva dato ampio risalto all'album di Otis Rush intitolato Cold Day In Hell (registrato nel mese di aprile del 1975) e aveva deciso di produrre e diffondere anche un concerto dal vivo del grande chitarrista, colto nel club che era solito frequentare e con la band che lo accompagnava abitualmente, senza immettere elementi di novità che spesso nel caso di un musicista sensibile e meteoropatico come Otis Rush si sono rivelati a posteriori elementi di tensione e di disturbo invece che rappresentare spunti positivi.
Dall'album in studio Rush pesca solo tre brani e per il resto propone il suo repertorio ormai abituale con magnifiche versioni di "Gambler's Blues" e di "Sweet Litle Angel" (nello stesso periodo erano anche cavalli di battaglia di B.B. King), di "All Your Love", di "Woke Up This Morning". La musica scorre imperiosa, con quella carica di adrenalina che è tipica delle interpretazioni più sentite. Davvero un album dal vivo imperdibile, una delle cose migliori della intera discografia di Otis Rush, un formidabile artista che non sempre è riuscito a lasciare il segno della sua grandezza nelle discontinue occasioni discografiche che gli si sono presentate nel corso degli anni.
A questo proposito è doveroso segnalare che la Delmark ha in catalogo anche la versione su CD dell'album Cold Day in Hell di cui si parlava sopra. Rispetto alla originale edizione in vinile in questa versione su CD si aggiungono due brani inediti piuttosto interessanti che confermano la grandezza del personaggio e la sua idiosincrasia per la 'normalità'. L'album è certamente più vario e inevitabilmente anche meno coerente, da un punto di vista stilistico, rispetto alla registrazione dal vivo del gennaio successivo che abbiamo appena esaminato, ma vale certamente la pena ascoltarlo per capire quanto la dimensione live sappia aggiungere elementi importanti ad una musica impetuosa come questa.
Zora Young
Tore Up from the Floor Up
Delmark
(2005)
Facciamo un balzo in avanti di quasi trent'anni e arriviamo agli inizi di settembre del 2004 per ascoltare Tore Up From The Floor Up della cantante Zora Young, una eccellente interprete che sa circondarsi di ottimi musicisti per mettere in campo una band di tutto rispetto che anche in studio, come è il caso di queste registrazioni, è capace di mantenere la giusta tensione per una performance di ottimo livello. Il repertorio mischia brani originali della stessa cantante con canzoni che arrivano da B.B. King e da Muddy Waters, ma anche da un esponente del rock bianco come Tony Joe White.
La cantante ha una voce davvero interessante che sa variare in maniera molto espressiva, accompagnando le storie, che stanno alla base delle sue canzoni, con grande capacità di infondere vitalità e carattere al racconto. In alcuni momenti (vedi "Toxic") si avvicina curiosamente a Janis Joplin per senso del ritmo e per capacità di dare vigore sotterraneo ad un blues lento e in minore. La bella "Two Trains Running" la vede invece in un contesto di scarno blues elettro-acustico che ricorda la ricerca che sta effettuando una cantante sofisticata come Cassandra Wilson.
La voce di Zora Young è sostenuta da una ritmica competente e dall'organo e dal pianoforte di Bobby Dirninger e dalla chitarra di Pete Allen, veterano delle sue band sin dagli anni settanta. In due brani troviamo a bordo anche due sax e una tromba, in piena coerenza con le premesse stilistiche di questa musica che spesso si fonde con il gospel e il rhythm and blues. Alla fine dell'album troviamo anche una interessante intervista con la cantante che si racconta con gusto, a partire da elementi biografici. Possiamo scoprire fra l'altro che è lontana parente di Howlin' Wolf ed è nata nel Mississippi nel secondo dopoguerra, da un famiglia particolarmente rigorosa per la quale l'unica musica accettabile era quella religiosa.
Tail Dragger
My Head Is Bald: Live at Vern's Friendly Lounge, Chicago
Delmark
(2005)
A metà luglio del 2005 lo staff della Delmark era ben piazzato al Vern's Friedly Lounge di Chicago per riprendere, sia in formato audio che video, la performance di un veterano come Tail Dragger, un cantante ben inserito nella scena locale, di non grandissima fama ma certamente interessante e convincente. La sua band comprende il noto armonicista Billy Branch, l'altrettanto noto chitarrista Lurrie Bell e altri, fra i quali è doveroso ricordare il bassista Bob Stroger, che era presente nella band di Otis Rush del gennaio 1976 di cui abbiamo parlato sopra. Segno importante della longevità di questa musica e dei suoi interpreti.
E del resto lo stesso Tail Dragger è attivo sin dagli anni sessanta, spesso nei paraggi di Howlin' Wolf, musicista che considera come una sorta di padre putativo e dal quale ha assorbito parecchie influenze, ben presenti nella sua musica attuale. La possibilità di vederlo all'opera nel DVD che la Delmark ha realizzato nell'occasione è davvero preziosa e aggiunge elementi importanti di comprensione che rischierebbero di sfuggire nell'ascolto del CD. Infatti il cantante è anche un eccellente entertainer e vederlo muoversi all'interno del locale è assolutamente divertente e rende molto bene lo spirito del blues vissuto giorno per giorno nella città che lo ha reso universale nella seconda metà del secolo appena concluso. Fra l'altro rispetto al CD il DVD offre anche un brano in più e quindi è assolutamente consigliato.
Mississippi Heat
My Head Is Bald: Live at Vern's Friendly Lounge, Chicago
Delmark
(2005)
Lo stesso possiamo dire per il CD e per il DVD del gruppo Mississippi Heat, guidato dall'israeliano Pierre Lacoque, un musicista da tanto tempo trapiantato negli Stati Uniti, essendo passato per Belgio, Francia e Germania, prima di arrivare a Chicago nell'estate del 1969, a diciassette anni. Lacoque è un ottimo armonicista che segue con passione e determinazione le orme di Paul Buterfield e Charlie Musselwhite, senza dimenticare l'inglese John Mayall, che ha studiato a fondo negli anni di college passati a Montreal.
Il progetto Mississippi Heat nasce nel 1991 e persegue l'obiettivo di ripercorrere la musica blues venata di influenze rock che è caratteristica della generazione di Lacoque. È un gruppo molto flessibile che si adatta alle disponibilità del momento e può includere fiati, ospiti illustri, variazioni di scenario. In questo caso troviamo a bordo la cantante Inetta Visor, il chitarrista Lurrie Bell (impegnato anche come cantante in due brani), il buon tastierista Chris 'Hambone' Cameron e altri musicisti. L'armonica del leader è sempre ben presente, decisamente rotonda e non troppo aggressiva, a sottolineare l'ampiezza delle sue fonti di ispirazione.
Anche qui abbiamo un brano in più nel DVD rispetto al CD e la registrazione arriva da un altro celebre locale di Chicago, quel Rosa's Lounge che ormai sta diventando una tappa obbligata per tutti gli appassionati. Il manager del locale, Tony Mangiullo, è un simpaticissimo italo-americano che sta facendo moltissimo per il blues di Chicago. Il concerto è stato registrato il 18 luglio del 2005, esattamente due giorni dopo il concerto di Tail Dragger di cui dicevamo sopra. Un mese di luglio davvero infuocato per il blues di Chicago.
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